Ghost
Patrick Carman; ill. di J. Pease
trad. di F. Paracchini
Mondadori, 2011, p. 215
€ 17,00 ; Età: da 11 anni
Per chi stesse ancora riflettendo sull’eBook come minaccia al futuro della buona vecchia carta stampata, ecco un autore che non si attarda in meditazioni. Carman si spinge ben oltre la questione del supporto, con progetti editoriali che rendono fruibili i suoi racconti – fantasy, horror, avventura – attraverso gli interfaccia più frequentati dai ragazzi di oggi, ma in modo che le trame stesse siano del tutto pertinenti ai nuovi media. Leggete le sue interessantissime interviste (sul web, naturalmente): gira le scuole tranquillizzando di non aver niente da detrarre al tradizionale libro; le sue incursioni nella tecnologia fra internet, iPhone e facebook, vogliono creare dei ponti con i giovani lettori, “contaminando” di letteratura i loro rituali luoghi di comunicazione. Potremmo definirlo uno “scrittore virale”, un autore di movie-book in luogo di picture-book, un pioniere dell’iper-letteratura in luogo dell’iper-testo.
Ghost, nello specifico, è il seguito lineare di Skeleton Creek (Mondadori 2010). Nell’atmosfera provinciale del profondo Oregon il giovane Ryan, fervida immaginazione e scrittore in erba, indaga con l’amica Sarah (aspirante film-maker) su una misteriosa e dimenticata disgrazia che ha coinvolto un operaio alla vecchia draga per l’estrazione dell’oro. Apparizioni, codici alchemici, sette occulte, e illustri compaesani implicati nella tragedia. Ryan è immobilizzato a casa da un incidente e le indagini sono documentate dal suo diario segreto e dalle riprese video che Sarah gli spedisce. Ecco la nostra nuova esperienza di lettura e l’originalità del congegno narrativo: una soggettiva perfetta ci conduce nella storia ad altezza dei personaggi e con i loro stessi mezzi; abbiamo in mano il diario di Ryan e procediamo insieme a lui nella ricostruzione dei fatti, scaricando i video che Sarah ci invia, attraverso le password di protezione.
La complementarietà delle due forme di espressione sostiene un racconto ricco di atmosfere e citazioni: Allan Poe, Mary Shelley, Hitchcock; The Blair Witch Project, George Lutz. Una scrittura non raffinata ma di certo efficace e non seriale; anche se il finale è sospeso, e in America Skeleton Creek è già al quarto volume.
Fausto Boccati
(da LiBeR 91)