Catalogo dell’omonima mostra iconografica curata dalla Fondazione Aida, Verona Un viaggio a cavallo di una palla di cannone sparata contro la fortezza da espugnare, salvo poi pentirsi a metà strada e tornare al campo saltando su una palla proveniente dalla direzione opposta; un purosangue imbizzarrito prontamente domato e reso cosi docile da danzare su un tavolo da tè senza rompere nemmeno una tazzina; uscire incolume dalle sabbie mobili tirandosi fuori per i capelli insieme al proprio cavallo; sulla Luna a recuperare un’ascia, sbadatamente lanciata lassù arrampicandosi su una pianta di fagioli turchi particolarmente rigogliosi...
Sono alcune tra le storielle più rappresentate nel catalogo da illustratori che hanno arricchito le innumerevoli edizioni delle avventure del fantasioso barone, campione di menzogne: testi che rappresentano anche una “splendida fonte di informazione sulla cultura della narrazione orale del XVIII secolo”.
Nell’opera, edita in inglese nel 1785 da Rudolf Erich Raspe - scrittore di un certo talento e uomo di scienze tedesco riparato in Inghilterra per problemi con la giustizia - rielaborando alcuni aneddoti da lui precedentemente pubblicati su una rivista berlinese, si narra di buffe e iperboliche spacconate, attribuite a un personaggio esistito davvero, discendente di una nobile famiglia, nato a Bodenwerder nel 1720 e che prese parte alla guerra russo-turca (1736-1739) in un reggimento di corrazzieri al servizio della zarina Anna. Nominato capitano di cavalleria a Riga nel 1750, lasciò subito dopo l’esercito e si dedicò alla tenuta di famiglia. Nel tempo libero era solito frequentare una taverna dove la sua arte affabulatoria diventò famosa. Nel 1786 il poeta romantico G.A. Bürger tradusse le storie di Raspe in tedesco e le estese; questa versione è quella più conosciuta ai lettori tedeschi. Da quel momento le avventure di Münchhausen prendono il largo e vengono raccontate e riraccontate in lungo e in largo in Europa, con variazioni, aggiunte, integrazioni. Alla leggenda di Münchhausen contribuiscono anche i grandi artisti che nel corso dei secoli ne hanno commentato visivamente le peripezie, a iniziare dal grande Gustave Doré (tre opere riportate sul catalogo), che per un’edizione del 1862 realizza ben 157 disegni.
La mostra e il catalogo, realizzato con la collaborazione del giornalista, scrittore ed esperto di storia dell’illustrazione Walter Fochesato, è parte di un progetto della Fondazione Aida, teatro stabile di innovazione, realizzato con la collaborazione del Goethe-Zentrum di Verona ad Alassio nell’ambito dell’iniziativa “Bottega del racconto”, che comprende anche letture animate e uno spettacolo teatrale. Un progetto rivolto a ragazzi e giovani che dà l’opportunità di riflettere sull’importante ruolo dell’immaginazione, nell’accezione di “bugia positiva”, quella che aiuta nella costruzione dell’identità della persona, nell’accrescere la propria autonomia e indipendenza.
Claudio Anasarchi
Münchhausen : diritto alla bugia!
Fondazione Aida, 2010
95 p. ; ill., 21 cm
Informazioni:
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