Buongiorno dottore
Michaël Escoffier, Matthieu Maudet; trad. di F. Rocca
Babalibri, 2010, p. 30
€ 11,00 ; Età: da 4 anni
Come si addice a un testo ironico, Buongiorno dottore è spiazzante e anticonvenzionale. La vicenda, narrata con ritmo stringente, è ambientata in uno studio medico, apparentemente lo scenario meno accattivante. L’illustrazione a doppia pagina della sala di attesa, è chiave narrativa della vicenda: il testo verbale non solo non dice nulla, addirittura distoglie dal vero significato. Solo un’osservazione attenta permette di comprendere quel che avviene veramente, confrontando, nei quattro momenti in cui questa immagine si ripete, chi c’è e, soprattutto, chi non c’è.
Gli animali aspettano il loro turno nella sala d’attesa e il dottore, senza difficoltà, visita e guarisce l’elefante e il coccodrillo; ma quando tocca al lupo, in un sol boccone la belva ingoia il medico e, indossato il camice, invita l’ultimo paziente a entrare: è la pecora. La sala nel frattempo si è svuotata; che fine hanno fatto la lepre e l’anatra che, all’inizio, diligentemente leggevano? Al lettore non è dato vederlo, deve dedurlo. Si scopre alla fine che il protagonista principale è, dunque, il lupo; di una storia cinica si tratta, una storia di lupi affamati e di deboli prede. Sarà adatta ai bambini? Siamo dell’avviso che non solo lo sia, ma che anzi solo tramite libri di questo tipo si possano sviluppare fondamentali strategie di lettura, come a esempio la capacità di cogliere i nessi colmando le lacune e ricostruendo tutti i passaggi della sequenza narrativa. Il racconto consente di affinare il senso del ritmo, propone una struttura circolare con finale aperto e allena nel decifrare diversi livelli di lettura: letterale, visivo, e l’unione dei due, che dà origine a un terzo testo, quello appunto ironico. Una storia del genere non invita, peraltro, all’identificazione: sia le parole sia le figure (il tratto è veloce, da vignetta o da fumetto) spingono il lettore a conservare una distanza nei confronti dei personaggi – distanza salutare, aggiungiamo, al fine di acquisire conoscenza del mondo e dei libri.
Che dire infine del formato, a prima vista incongruente con l’età dei destinatari? Il cartonato, che di solito si intende destinare a un pubblico di piccolissimi, consente qui di eliminare il paratesto (frontespizio, colophon, risguardi…); in questo modo la lettura diventa serrata, il libro è velocemente fruibile e l’ironia ha effetto immediato.
Angela Dal Gobbo
(da LiBeR 90)
