Il bruco misuratutto
Leo Lionni
Babalibri, 2010, p. 38
€ 12,00 ; Età: da 3 anni
È necessario che gli autori di storia della letteratura rivedano certe posizioni che ormai hanno sapore di stantio. È passato troppo tempo (oltre un secolo) da quando Benedetto Croce sentenziava che la letteratura per l’infanzia era di serie B. Eppure quando il Maestro di Pescasseroli scriveva queste cose erano già stati pubblicati Pinocchio, L’isola del tesoro, Tom Sawyer, per non citare che i testi più famosi. Non i libri quindi, ma bambini e ragazzi erano considerati di serie B. Il secolo scorso ha dimostrato che i romanzi per ragazzi hanno diritto di cittadinanza in una storia della letteratura e che la prima lettura diretta nella prima infanzia è quella dell’immagine, quando le “storie” vengono ascoltate dalla voce dell’adulto. È quindi indispensabile sottoporre immagini sempre diverse per evitare che anziché potenziare l’immaginazione si sviluppi invece lo stereotipo.
Breve e necessaria questa premessa per sottolineare l’importanza dei libri di “figure”, che hanno avuto in Leo Lionni un esponente fondamentale, se non unico, per le sue proposte innovative. Nel 1959 il suo Piccolo blu e piccolo giallo segnò una svolta decisiva nel campo del libro di immagini per la prima infanzia.
L’occasione felice per parlare di Leo Lionni è la recente ristampa di un suo capolavoro: Il bruco misuratutto. Il racconto è strettamente legato alla iconografia: un bruco riesce a non farsi mangiare da un pettirosso dicendogli di possedere una dote particolare: sa misurare ogni cosa. Così gli misura la coda: allora il pettirosso lo porta a misurare il collo del fenicottero, il becco del tucano, le zampe dell’airone, la coda del fagiano e tutto un colibrì. Poi il bruco misura il canto del pettirosso: furbizia che gli permetterà di scappare fra l’erba di un prato. Facile l’identificazione del bambino lettore: il “piccolo” è in grado di raggirare il “grande”.
La caratteristica del Bruco misuratutto è data dal rapporto testo-immagine: è l’unico libro per bambini nel quale le figure sono riportate nelle esatte dimensioni rispetto a quelle reali. Siamo così di fronte al solo libro per la prima infanzia in cui le immagini sono precisamente aderenti alla realtà. L’invenzione di Lionni risponde a uno scopo preciso: far notare che la rappresentazione della realtà ha modi diversi di essere avvicinata e che dipende dalle nostre capacità raffrontarla con le dimensioni esistenti oltre che con quelle immaginarie.
Roberto Denti
(da LiBeR)
