Abbaia, George
Jules Feiffer; trad. di S. Daniele
Salani, 2010, p. 36
(Illustrata)
€ 9,00 ; Età: da 3 anni
Finalmente ripubblicato da Salani dopo essere uscito nel 2000 per i tipi della Piemme, questo libro dal successo meritato è il migliore, a nostro parere, tra i libri di Feiffer, autore poliedrico e sempre ironico.
Scarno di dettagli, come si addice a un testo stringente ed efficace, non contiene alcuna descrizione che non sia necessaria alla narrazione: senza preamboli, entriamo subito in un dialogo tra una mamma (l’immagine ci mostra una mamma cane) e il suo cucciolo: “Abbaia George”. Ma George miagola, oppure starnazza, o grugnisce, o muggisce… Allora, subito dal veterinario, che chiede educatamente: “Per favore, abbaia George”. E di nuovo George miagola. “Il veterinario frugò molto in fondo a George… e tirò fuori un gatto” in due pagine contrapposte. E così di seguito: il veterinario estrae dal cagnolino ogni sorta di animale, noncurante del rapporto che dovrebbe esistere tra contenitore (la pancia del cagnolino) e la grandezza del contenuto (il gatto, l’anatra, il maiale, la mucca!). La logica narrativa tuttavia è ineccepibile: nella prima parte il lettore viene a conoscenza soltanto del verso degli animali, nella seconda, ripetuti con rigoroso ordine, oltre al verso ne vede le figure, che escono dalla pancia del cagnolino. Ecco spiegato il mistero. Che una mucca non ci stia, nella realtà, in quel pancino, è del tutto irrilevante; in narrativa non ha importanza la verità o la falsità delle affermazioni, ci insegna Ricoeur, ma la logica sequenza delle frasi: l’impossibile logica delle strutture narrative, per l’appunto. Le illustrazioni, al tratto e con colori piatti, contengono esclusivamente i personaggi necessari e si stagliano su sfondi omogenei e tenui, rosa, giallo chiaro, celeste; nell’insieme, sostengono e rafforzano il tono comico.
Lo straordinario successo che il libro riscuote tra i bambini conferma che presto essi sono in grado di comprendere e di fruire delle narrazioni ironiche, quelle che gli adulti sono poco propensi a proporre, perché paiono meno ortodosse, perché non insegnano, non educano, non sono verosimili. Come si conclude il libro? La tensione si risolve alla fine, con il culmine nella battuta finale: la madre, felice, chiede a George di abbaiare, e lui risponde: “Ciao”. Qualsiasi bambino, guardando le figure, saprà perché George fa così. E si compiacerà del libro, e di se stesso che ha capito il libro. Anche il lettore di questa recensione lo comprenderà e ne riderà, a patto di guardare attentamente le ultime illustrazioni.
Angela Dal Gobbo
(da LiBeR 90)
