Il piccolo gentiluomo
Philippa Pearce; trad. di L.A. Dalla Fontana
Salani, 2010, p. 153
€ 11,00 ; Età: da 8 anni
Una storia sapientemente sospesa tra magia e realtà. Una scrittura sempre sorvegliata, essenziale ma vibrante, che racconta senza rinunciare all’ironia e con la straordinaria vivezza dei suoi personaggi la complessità dell’amicizia. Questo il “disegno” del romanzo nel cui ordito però si intrecciano tematiche da sempre care alla Pearce – il rapporto tra passato e presente, tra mondo reale e immaginazione nello scandire di un tempo che sfugge spesso al controllo cronologico – che danno al libro forza e spessore esponendolo a molteplici possibilità di lettura anche da parte degli adulti.
La trama vede il signor Franklin, caduto da una scala, chiedere alla domestica se la sua nipotina Bet può leggere “per lui”, cioè al suo posto. L’avida ascoltatrice dei trattati di Darwin è una talpa parlante che vive vicino al fiume. Un talpide nato nel 1700 coinvolto nella morte di re Guglielmo III (il cui cavallo inciampò nella montagnola della sua tana) e trasformato in trofeo vivente dai giacobiti, i sostenitori di Giacomo II favorevoli al ritorno degli Stuart, che lo sottoposero a stregoneria perché continuasse “a vivere per sempre senza speranza di morte”. Talpa dà massima fiducia alla bambina, alla quale racconta la sua incredibile storia. Ma il legame che nasce tra i due deve fare i conti con istanze più urgenti: Bet, cresciuta coi nonni, è reclamata dalla madre in un’altra città e Talpa vuole usare la magia residua nel suo corpo per essere “solo talpa, tutto talpa” rinunciando all’immortalità. Per farlo dovrà unire il suo desiderio a quello dell’amica la quale, intuendo che “niente sarebbe stato più confortante come prima”, nega all’inizio la sua complicità.
Nella calma di un paesaggio simile allo Cambridgeshire dove nacque l’autrice, la vicenda si snoda con un ingranaggio narrativo che dà al romanzo anche un taglio avventuroso in cui il fantastico diventa strumento per indagare emozioni e realtà. Obbligati i rimandi all’ Alice di Carroll nei rimpicciolimenti e nelle dilatazioni di Bet ‒ ad opera della magia di Talpa ‒ ospite nel mondo sotterraneo, che creando un sottofondo di sottile inquietudine preparano protagonista e lettore alla scoperta dell’addio, e al suo valore profondo, come promessa di vita.
Elena Baroncini
(da LiBeR 89)
