Io dentro gli spari
Silvana Gandolfi
Salani, 2010, p. 222
€ 14,00 ; Età: da 10 anni
Non sono pochi gli autori italiani che, in forma narrativa, hanno affrontato per ragazzi il tema della mafia. L’argomento è complesso e difficile e l’infanzia e la retorica sono elementi che fanno slittare lo scrittore su un terreno pericoloso. Non a caso, per adulti, Gomorra di Roberto Saviano è riuscito a imporsi per la sua forza espressiva, ma si tratta di una tragica cronaca. Invece Io dentro gli spari, come scrive nell’avvertimento iniziale la stessa autrice è “opera di fantasia”, anche se ispirata a una storia vera.
Siamo di fronte a un libro amaro, intenso, drammatico, del quale è protagonista un bambino che parla in prima persona e che seguiamo con ansia nel trascorrere degli anni, dai sette ai dodici. Siamo di fronte a una Sicilia mafiosa e a un protagonista che deve abbandonarla assieme alla madre, cambiando nome e cognome e trasferendosi in una città del Nord Italia dove l’assenza del padre è ufficialmente giustificata dall’emigrazione per lavoro in Venezuela. Il padre invece è stato ucciso dalla mafia e il piccolo protagonista deve ufficialmente “scomparire” perché ha avuto il coraggio di essere un testimone di giustizia. Non soltanto deve aspettare che avvenga il processo, ma deve stare attento a non lasciare mai tracce di sé (neppure per i giudici del Tribunale per evitare possibili spiate) in modo che la mafia non eserciti la sua vendetta. Il ragazzino, anche se deve accettare le “norme” imposte dalle procedure per la difesa contro i mafiosi, non è certamente un succube, anzi ha un carattere intraprendente e un comportamento molto autonomo. Infatti tornerà a Palermo contravvenendo a ogni regola e quindi affrontando il pericolo di essere riconosciuto dai mafiosi che vorrebbero eliminarlo.
Il lettore avrà così la possibilità di leggere una descrizione della festa di Santa Rosalia, patrona di Palermo, coinvolgente e in modo assoluto migliore di qualsiasi documentario cinematografico.
Il romanzo della Gandolfi mantiene in ogni pagina una particolare forza narrativa senza mai cadere in aspetti retorici, e un altro grande merito è quello della misura in un tema nel quale sarebbe facile dimenticarsene.
Roberto Denti
(da LiBeR 89)