La grande lezione dei piccoli animali
Marcel Roland; trad. di R. Costanzi
Gallucci, 2010, p. 198
(Universale d’avventure e d’osservazioni)
€ 13,00 ; Età: da 8 anni
L’entomologo Giorgio Celli, nell’introduzione a La grande lezione dei piccoli animali di Marcel Roland, scrive che per vedere la natura in azione non importa andare nella savana del Serengeti, tra gli elefanti e i leoni, basterebbe fare turismo casalingo nel “piccolo giardino dietro casa” armati di una lente di ingrandimento. Ed è quello che fa Marcel Roland, scrittore e naturalista francese tra i primi a scrivere di questi temi, utilizzando la forma del racconto e un approccio divulgativo che oggi definiremmo di science fiction.
In Italia il libro fu pubblicato, nel 1949, con un’operazione allora all’avanguardia, da Rizzoli. Oggi lo ripropone Gallucci anche se il testo va oltre i confini dell’editoria per ragazzi e si rivolge a un pubblico anche adulto.
È ancora Celli a dirci che il libro di Roland insegna a vedere quello che di solito sfugge all’occhio di noi tutti. E, in effetti, leggendolo, ci si chiede come sia possibile assistere distrattamente a tanti fenomeni della natura e dell’evoluzione senza quasi rendersene conto. Roland ci racconta dell’incontro con una vespa da lui battezzata Finina e degli attacchi di una cincia al nido che la poveretta aveva appena costruito. Chi non avesse mai creduto che il cento (o mille) piedi si pulisce meticolosamente le zampe, una a una, si dovrà ricredere dopo la lettura del libro di Roland. L’autore segue questi piccoli nostri compagni di balcone, di giardino, di vita quotidiana giorno dopo giorno.
Roland riesce a regalarci delle perfette lezioni “scientifiche” diluendole in un racconto che segue il suo peregrinare per la campagna francese, il susseguirsi delle stagioni che per molte specie animali significa la morte. Ci racconta la predilezione di molti insetti per la vita individuale, scrive della ferocia di molti piccoli animali, considerata un vizio dal nostro sistema morale ma talvolta utilissima in natura.
Alcuni hanno definito il testo di Roland un piccolo capolavoro e, in effetti, è difficile trovare un equilibrio così felice tra tensione narrativa, con passaggi ricchi di suspense e molti colpi di scena, e impianto scientifico. Rimane il dubbio se la lettura di un testo di mezzo secolo fa, che risente di alcune forme letterarie dell’epoca, incontri con facilità il giovanissimo lettore di oggi abituato al linguaggio essenziale e veloce di Internet e alle troppe semplificazioni linguistiche dei nostri tempi.
Vichi De Marchi
(da LiBeR 88)