ABC di boccacce
Alessandro Sanna
Kite, 2010, p. 108
€ 25,00; Età: da 3 anni
Alcuni genitori, quando i figli hanno compiuto i cinque anni, cominciano a preoccuparsi perché pensano che sia l’ora che imparino a leggere per trovarsi avvantaggiati all’inizio della scuola primaria. Una lettura precoce e insistita, invece, può rivelarsi a lungo andare una forzatura perché lo sforzo di un apprendimento sistematico per impossessarsi della tecnica del leggere e dello scrivere è proprio compito della scuola primaria. Tuttavia, se è il bambino che spontaneamente desidera imparare, è importante fargli conoscere l’alfabeto tramite libri-gioco, ricchi di trovate originali e simpatiche, ben lontane dagli stereotipi dei libri di testo.
ABC di boccacce si presenta con un alfabeto molto inusuale e si fa notare per il suo formato a fisarmonica che si apre per più di otto metri. È possibile quindi attaccarlo a una parete o stenderlo sul pavimento. Le lettere dell’alfabeto, maiuscole e minuscole, sono rappresentate da un atteggiamento della bocca di tante facce di bambini. Le lettere sono riprodotte anche in rosso sulla pagina per essere maggiormente identificabili. I bambini che desiderano conoscere l’alfabeto possono imitare le “boccacce” dei coetanei, che sono tutti diversi: maschi e femmine, con la pelle bianca o nera, con occhi a mandorla o con i tratti di pellirossa. Tutti i bambini sono rappresentati con gonnelline e pantaloncini: un invito al lettore per immaginare gambe, piedi e scarpe coloratissime come le magliette disegnate con tratti rapidi e corposi. Le espressioni dei volti, oltre a richiamare le lettere dell’alfabeto, esprimono molti sentimenti: attesa, sorpresa, perplessità, allegria, furbizia, disappunto, attenzione, gioia, tristezza... e non mancano: un tentativo di dita nel naso, un richiamo e un saluto esultante. Un po’ difficili da interpretare la “l” disegnata a bastoncino e la “r”con cortissima barretta. Nel finale, senza più lettere, un bambino imbronciato e una bimba dalla pelle scura, atteggiata a sorpresa, chiudono la carrellata di un libro che fa imparare giocando, ma che soprattutto sa mettere in luce l’infanzia. Sanna, infatti, dimostra di conoscerla profondamente rappresentandola con amore non disgiunto da una lieve ironia e con immagini che la ritraggono come si presenta oggi con le sue tante imprevedibili sfaccettature.
Maria Letizia Meacci
(da LiBeR 88)