Meg Rosoff ; trad. di Cristina Volpi
Fabbri, 2005, p. 198
€ 14,00 ; Età: 12-15
Capita che dopo aver immagazzinato per anni sapori narrativi altrui qualcuno senta d’improvviso l’urgenza di secernere il frutto di quei semi tanto a lungo introiettati, rielaborati, ruminati. E a volte capita che il romanzo neonato, proprio per esser giunto tardi a maturazione, nasca tanto perfetto da far pensare: nessuna parola potrebbe essere aggiunta, nessuna tolta. Così germoglia, continuando a effondere emozioni…
È il caso di Meg Rosoff, bostoniana del ’56, che dopo la morte di una sorella ha lasciato il mestiere pubblicitario che detestava per dedicarsi alla scrittura: la vita è infatti troppo breve per rimandare i desideri. Felice decisione, perché altrimenti non avremmo potuto leggere Come vivo ora, vincitore di vari premi fra cui il Children’s Fiction 2004, magnificamente tradotto da Cristina Volpi e da cui l’autrice ha tratto una sceneggiatura. Un libro intenso, lirico e dallo stile originale (pregnante l’uso delle maiuscole), profondamente saggio quanto spietatamente lucido, in cui corpo e anima, morte e vita, ma soprattutto amore e guerra s’intrecciano per dar vita a uno scenario futuribile incombente.
Daisy, quindicenne newyorchese anoressica in rotta con il padre e la matrigna incinta, viene spedita presso la sorella della madre - morta nel partorirla - nella campagna londinese. Ma mentr’è lì e la zia, attivista per la pace, si trova a Oslo scoppia una guerra mondiale, indefinita e fitta di focolai, che porta all’occupazione dell’isola britannica. Daisy si ritrova perciò ad affrontare senza parenti adulti il periodo bellico insieme a quattro cugini eccentrici, due dei quali cambieranno la sua vita: Edmond, con cui esperirà il libero piacere erotico (per lo scandalo dei lettori perbenisti!), l’amore incondizionato e il doloroso trauma del distacco, e la piccola Piper, proteggendo la quale salverà se stessa dagli orrori abissali dello scontro armato e dalle insidie dei propri conflitti interiori.
Scritta a ridosso della paranoica guerra all’Iraq l’opera è un possente manifesto antimilitarista dai risvolti inediti, raccontando le seduzioni psicologiche e irrazionali che permettono l’attecchire e il dilagare delle guerre ma anche l’opportunità di ritagliare in quest’osceno serbatoio di violenze una personale oasi di rinascita. Indispensabile, perché Nulla Sarà Più Come Prima.
S. Ballerini
(da LiBeR 71)