Teste Toste
Serie
Editoriale Scienza, 2010, p. 96
€ 11,90 ; Età: da 10 anni
Finalmente una ventata di novità nella divulgazione per ragazzi: “Teste Toste” di carta. Nel 2003 Federico Taddia, allora giornalista radiofonico, ideava e organizzava a Cento, vicino a Ferrara, una serie di incontri pubblici denominati Teste Toste, che mettevano a confronto scienziati e adolescenti. Mi sono sempre chiesta se toste fossero le esperienze di donne e di uomini che dedicano tutta la vita alla ricerca e allo studio o le domande formulate dai ragazzi negli incontri o, come probabilmente è stato, entrambe le cose. Di fatto l’idea di fondo del progetto, il mettere a diretto confronto scienziati e ragazzi attraverso la modalità del dialogo, è alla base di questa nuova collana proposta da Editoriale Scienza, dove Taddia indossa la veste del giovane curioso che intervista gli scienziati.
La serie si inaugura con due belle pubblicazioni: Perché le stelle non ci cadono sulla testa? e tante altre domande sull’Astronomia, in cui Margherita Hack affronta i quesiti del giornalista, e Perché siamo parenti delle galline? E tante altre domande sull’Evoluzione, che vede un divertito Telmo Pievani raccontare ai ragazzi i punti fondamentali di una rivoluzione scientifica. In entrambi i casi umorismo e ritmo narrativo affiancano una divulgazione scientifica rigorosa che ha il pregio di non banalizzare gli argomenti affrontati, ma di agganciarli alla realtà e di renderli attraenti, suscitando molta curiosità.
A creare un clima positivo, piacevole, favorevole alla comunicazione contribuiscono anche le illustrazioni di Roberto Luciani, dense di ironia. Dalle istruzioni per l’uso sappiamo che le pubblicazioni si possono leggere dall’inizio alla fine o dalla fine all’inizio, a pezzettini, saltellando tra le domande, o tutte di un fiato, magari approfondendo gli argomenti che interessano di più. Insomma tanti nuclei, mattoncini diversi che convergono su un unico tema. I libri si prestano a essere usati dall’insegnante come utili supporti per il lavoro in classe, dagli appassionati della materia o da semplici curiosi come un “passaggio ideale” attraverso cui iniziare un dialogo che, nelle intenzioni degli autori, è destinato a proseguire. Lo dimostrano gli indirizzi postali inseriti a conclusione delle pubblicazioni che invitano i ragazzi a scrivere le proprie domande.
Francesca Brunetti
(da LiBeR 87)