Radio niente
Francesco D’Adamo
De Agostini, 2010, p. 265
(Le gemme)
€ 12.90 ; Età: da 12 anni
Dopo il successo di Storia di Ismael che ha attraversato il mare (De Agostini, 2009) Francesco D’Adamo ripropone due romanzi del suo personale “ciclo delle periferie” – L’astronave & Vil Coyote (LeMonnier, 2006) e Lupo Omega (EL, 1999) – all’interno di una nuova cornice: la storia di Radio niente e di Stella del Mattino.
Quella che superficialmente può sembrare un’operazione commerciale diventa fin dalle prime pagine un’idea originale e coinvolgente per raccontare il disagio psicologico e sociale che travolge gli adolescenti di oggi, la loro solitudine, il bisogno sempre più impellente e drammatico di parlare e di essere ascoltati.
Stella del Mattino è l’unica conduttrice di una radio ribelle e clandestina, che trasmette solo di notte e solo musica da vinile. Dallo stanzone di una vecchia torre allo scalo ferroviario, accompagnata solo dai fantasmi dei Poeti Morti – Jim Morrison, Emily Dickinson, Jimi Hendrix – che la vengono a trovare, la sua voce svela un mondo fatto di paura, dominato dagli “Oscuri che vogliono solo soldi e potere” e dagli “Zombie che vogliono solo comperare e comperare”.
Dal microfono di una radio libera Stella del Mattino racconta le storie che arrivano dall’altra parte del ponte, dal “Grande Niente”, da un quartiere dove non va mai nessuno. Sono storie di adolescenti di periferia (quella milanese nello specifico), di vite ai margini, di malavita, di degrado. Ma parlare di periferie è ovviamente parlare d’altro: della difficoltà, per esempio, di diventare grandi, di immaginarsi un futuro, di raggiungere i propri sogni. I luoghi oscuri diventano l’immagine di un vuoto di idee, di certezze, di punti di riferimento in cui vagano i giovani di oggi.
Ecco allora che diventa fondamentale riuscire a fare la scelta giusta, anche quando devi pagare un prezzo, anche quando tutti dicono che non bisogna scegliere, “che tanto tutto è uguale”.
Da Radio niente arrivano le parole di Stella del Mattino e dei Poeti Morti, parole che rompono gli schemi, che chiedono ai ragazzi di gridare, di battere i piedi, di arrabbiarsi e di esseri liberi. Forse nella Città Oscura c’è ancora qualcuno, un Astronave o un Lupo Omega, che ha voglia di cambiare prospettiva e di uscire dal branco.
Marianna Turchi
(da LiBeR 87)