Il mio amico immaginario
Barbara Barbantini, Marioandrea Barbantini
Artebambini, 2010, p. 64
€ 16,50 ; Età: da 5 anni
Ogni bambino ne ha uno diverso. Quello di Bruno è un albero ma è anche un gatto, e si chiama Corteccia. Quello di Annette è un mostro peloso con velleità danzerecce, e risponde al nome di Peloblu. Capitan Tenaglia è un alieno che sbuca fuori di notte per giocare ai combattimenti con il piccolo Andrea, quando tutti in casa dormono. E che dire di Nero, il puledro dal pelo lucido che ogni pomeriggio porta Marta a fare lunghissime cavalcate?
Corteccia, Peloblu, Capitan Tenaglia e tutti gli altri personaggi raccontati e illustrati da Barbara e Marioandrea Barbantini nel loro ultimo lavoro, si assomigliano per un aspetto: sono “amici immaginari” di altrettanti bambini.
Bambini che, a loro volta, condividono una vivida immaginazione – quella fantasticheria che infonde vita alle cose apparentemente inanimate o inesistenti – e una certa dimestichezza con la solitudine.
Sono soli i piccoli protagonisti de Il mio amico immaginario: soli più o meno felicemente, soli più o meno per scelta, soli spesso anche in mezzo alla gente. Ed è in questa solitudine che nasce e cresce il rapporto con l'amico immaginario, un qualcosa o un qualcuno che attraverso l'atto immaginativo si realizza e raccoglie in sé le qualità che vorremmo trovare (ma normalmente non troviamo) negli altri, in noi stessi e nella nostra vita, rendendoci felici, realizzando i nostri desideri.
Non stupisce perciò che Leo, costretto a un castigato contegno a tavola da genitori fin troppo taciturni, trovi sollievo nella salvifica presenza, sotto i piedi del tavolo, di Leone, un cane a righe ciarliero e rumoroso. E che la disordinatissima Ada diventi amica proprio di Tito, un mostro del ripostiglio maniaco dell'ordine e particolarmente bravo a riparare i giocattoli rotti.
Barbara e Marioandrea Barbantini – rispettivamente penna e matita de Il mio amico immaginario – ci offrono tante delicate ed evocative storie di quotidiane e specialissime amicizie immaginarie. Tra le righe di una prosa misurata ma non banale, nel tratto di china un po' naif e retrò delle illustazioni, si celebrano, pagina dopo pagina, le virtù creative e vitali della fantasia. In appendice, il lettore potrà sbizzarrirsi a trovare amici immaginari prendendo spunto da riproduzioni di celebri e sognanti quadri d'autore.
Sara Deriu
(da LiBeR 87)