Paul Dowswell; trad. di M. Morpurgo
Feltrinelli, 2010, p. 301
(Feltrinelli kids)
€ 14,00 ; Età: da 12 anni
Piotr è figlio di genitori tedeschi che hanno ereditato da lontani parenti una fattoria in Polonia dove vivono la loro vita di agricoltori sino a quando, con l’inizio della seconda guerra mondiale, la Germania occupa il paese, riducendolo praticamente in schiavitù. Nel 1941 i genitori di Piotr vengono uccisi, per errore, da un carro armato nazista e il ragazzo si trova solo. Ha una fortuna: è biondo con gli occhi azzurri, il prototipo della razza ariana destinata a dominare il mondo. Dopo un breve soggiorno in uno squallido orfanotrofio di Varsavia, Piotr cambierà il nome nel più germanico Peter e, favorito dall’ “Ufficio centrale razza e popolamenti” verrà mandato a Berlino per essere adottato da una famiglia di assoluta ortodossia nazista.
Peter inizia così ad ambientarsi in un mondo del tutto nuovo, soprattutto per il condizionamento ideologico. Adesso si trova in dovere di assimilare il pensiero dell’ideologia nazista che la nuova famiglia in cui vive tenta di fargli assorbire in ogni poro della pelle. Nella nuova famiglia adottiva Peter trova tre sorelle: Elsbeth, Traudl e Charlotte. Il saluto è “Hail Hitler” anche per i famigliari in casa. Il capo famiglia, il prof. Karltembach è direttore dell’Istituto Kaiser Whilem, dove vengono studiati gli elementi strutturali per stabilire la purezza della razza ariana. La moglie è una nazista fervente impegnata in un ufficio di stretta osservanza politica.
Immerso in un’atmosfera ideologica che non gli lascia via di scampo, Peter stringe amicizia con Anna, sua compagna di scuola, e lentamente ma in modo intenso e penetrante assistiamo al cambiamento del protagonista: “Qualcosa dentro di lui gli impediva di accettare l’adorazione acritica, la fastidiosa cieca fede che tutti nutrivano nei confronti di Hitler e del nazismo”.
Ausländer è un romanzo duro, a volte angoscioso, estremamente coinvolgente, profondo nel presentarci tutti i personaggi (anche quelli apparentemente meno determinanti) assolutamente chiaro e preciso nel far risaltare un periodo della storia d’Europa che ha coinvolto e responsabilizzato tutti i suoi abitanti.
Paul Dowswell scrive con una cadenza classica che tiene conto della lezione di Thoman Mann e di Franz Kafka.
Roberto Denti
(da LiBeR 87)