L’albero di Anne
Irene Cohen-Janca, ill. di Maurizio Quarello
Orecchio Acerbo, 2010, p. 36
€ 14,00; Età: da 9 anni
Sono passati pochi mesi da quando i mezzi di comunicazione hanno riportato lo “scandalo” dovuto alla lettura in una scuola elementare di una pagina del Diario di Anne Frank. È forse un caso unico che la lettura di pagine scritte senza nessuna presunzione di essere pubblicate abbiano potuto provocare un’emozione collettiva di così forte intensità.
Il diario di Anne Frank è patrimonio comune dell’umanità: se ne è accorta molto rapidamente la scuola che ne ha fatto uno dei testi più adottati negli ultimi due anni delle medie. Con il trascorrere dei decenni, malgrado la splendida istituzione della Giornata della memoria, l’atmosfera culturale che ha provocato la seconda guerra mondiale (e di conseguenza la tragedia della Shoah) si è sempre più diradata, rendendo meno accessibile ai ragazzi la comprensione del testo, salvo un lungo lavoro di preparazione da parte degli insegnanti. Le difficoltà di affrontare oggi il Diario di Anne Frank alle medie diventano certamente più complesse nella scuola elementare dove, anche in quarta e in quinta, il tempo e lo spazio sono in via di formazione, ricordando i difficili ritmi messi in evidenza da Piaget.
È allora il caso di ignorare un argomento così importante in quarta e quinta elementare? No, se si usano testi adatti ai livelli di comprensione dei bambini. Esempi: Rosa Bianca e La storia di Erika, illustrate da Roberto Innocenti, La portinaia Apollonia di Lia Levi, per non citare che i più famosi. A questi si è aggiunto recentemente il meraviglioso L’albero di Anne. La storia è raccontata da un ippocastano che vive nella città di Amsterdam, fra un canale e una casa nella quale, attraverso i suoi alti rami, può guardare ciò che avviene all’interno. Il grande albero sta morendo e vuole quindi raccontare quanto accadde molti anni prima nell’appartamento all’ultimo piano della casa di fronte.
L’albero racconta le storia di Anne Frank con ampie citazioni del suo diario, con una linea narrativa adatta alla comprensione dei bambini degli ultimi due anni della scuola elementare, senza retorica ma con commovente forza emotiva. Un esempio di come una storia vera ormai lontana, complessa e drammatica, possa essere raccontata quando si conoscono davvero le capacità dei bambini di affrontare qualsiasi argomento se questo è portato al loro livello emotivo.
Roberto Denti
(da LiBeR 87)