Abul Abbas. Elefante imperiale
Teresa Buongiorno; ill. di Gianni De Conno
Lapis, 2009, p. 32
(I lapislazzuli)
€ 14,50 : Età: da 5 anni
Potrebbe facilmente essere scambiata per una fiaba, per una superba narrazione di invenzione. Invece, all’origine di Abul Abbas. Elefante imperiale ci sono eventi accaduti realmente, un rinfrancante episodio incastonato tra le pieghe della Storia medievale.
Si tratta dell’incontro tra due figure cardine e simbolo delle culture che compongono il nostro mondo, Carlomagno e Harun al Rashid, califfo di Baghdad. Accadde sul limitare del IX secolo d.c. Allora i due sovrani prefigurarono percorsi di congiunzione tra Oriente e Occidente. A muoverli lo stesso desiderio di varcare i seppur immensi confini del proprio orizzonte per aprirsi all’altro e per conoscerlo, ponendo in scacco il concetto limitante di “estraneo”, di “nemico”. Ne nacque uno scambio a distanza di promesse, saperi, doni, tra cui appunto quello di un elefante che il califfo inviò al futuro imperatore, a testimonianza del suo rispetto e della volontà di cooperare. Questa l’illuminante eredità di saggezza e non violenza da cui è germinato il cesellato testo di Teresa Buongiorno. Una narrazione attenta a far tesoro di ogni minimo dettaglio in grado di esaltare la materia storica e di restituirla ai più e meno grandi in tutto il suo potenziale “nutritivo”. È dunque grazie alla lungimirante guida dell’autrice che gradatamente scopriamo i luoghi e le atmosfere delle due corti e soprattutto lo straordinario viaggio del pachiderma di origine indiana dalla Persia fino ad Aquisgrana. Sono questi i passi più teneri e struggenti. Perché a quel tempo le distanze sono davvero infinite e le sofferenze che l’elefante patisce durante il tragitto rimandano allo sforzo che ancora oggi le diverse culture e religioni devono compiere se vogliono incontrarsi e decriptare i rispettivi codici. Allora quello che Carlo riceverà sarà davvero Abul Abbas, ossia il Dono più Bello, unitamente a un’amicizia che durerà fino alla morte dell’elefante. E che si irradierà come un faro anche sui secoli seguenti quando le crociate infangheranno questo scenario di pace. Come un tesoro racchiuso nello sguardo della colomba, che suggella le tavole di Gianni De Conno, magnifico controcanto visuale alla narrazione. Oniriche velature in bilico tra sogno e Storia, a materializzare poetiche traiettorie di futuro, bellezza, civiltà, immaginazione.
Maria Grosso
(da LiBeR 87)