A cura di Pamela Giorgi
Firenze, Giunti, 2010, 159 p.
Il volume traccia un quadro delle vicende istituzionali dell’Agenzia Nazionale per lo sviluppo dell’Autonomia Scolastica (ex Indire), nata nel primo ventennio del Novecento a partire da una mostra sui prodotti delle scuole nuove, voluta a Firenze dal pedagogista Giuseppe Lombardo Radice. Una serie di passaggi istituzionali hanno caratterizzato la vita di questo Istituto di ricerca fiorentino di cui la mostra ha costituito il primo nucleo. Dal Museo Didattico Nazionale al Centro Didattico Nazionale (CDN), poi Centro Didattico Nazionale di Studi e Documentazione (CDNSD). Da quest’ultimo, con il Dpr 419/1974, alla celebre Biblioteca Pedagogica nazionale. Per arrivare, infine, con DL 258/1999, all’Istituto Nazionale di Ricerca Educativa (INDIRE) e, nel 2007, all’ANSAS.
Ottanta anni di vita ricchi e complessi, ma mai discontinui. Poiché la mission è rimasta una sola: l’essere punto di raccordo per studiosi ed insegnanti, con un’attenzione costante ai problemi della scuola, alla formazione e soprattutto al sostegno dell'innovazione metodologico-didattica e, negli ultimi decenni, alla diffusione delle ICT per la trasformazione degli ambienti di apprendimento.
Dalla premessa
La Mostra Didattica Nazionale nasce, tanti anni fa, dall'esigenza di offrire agli insegnanti la possibilità di "toccare con mano" l'innovazione. Per poter entrare nelle aule le idee pedagogiche della scuola attiva avevano la necessità non solo di essere divulgate, spiegate ed insegnate dai grandi pensatori del tempo, ma di passare dalla pratica educativa, di incarnarsi nel lavoro degli insegnanti e di trasformarsi in metodologie, contenuti, prodotti in grado di dimostrare concretamente come si potesse fare scuola in un modo nuovo. I destinatari sono gli insegnanti, il tema è l'innovazione, i contenuti sono le attività delle scuole ma anche le nuove tecnologie del tempo, i libri ed i quaderni, le programmazioni degli insegnanti ed i prodotti del lavoro degli studenti. Il modo per rappresentarle e diffonderle quello della mostra da visitare: una visita che doveva essere suggestiva, che doveva stimolare l'innovazione attraverso i tanti "prodotti" messi in mostra. Una galleria delle idee in grado di spingere gli insegnanti a cambiare i propri comportamenti professionali e ad attuare i principi pedagogici della Riforma.
Quello che è sorprendente negli oltre 80 anni di vita di questa istituzione fiorentina, che ha cambiato negli anni varie denominazioni, è che è rimasta fedele a questa mission. Certamente l'ha declinata, rappresentata ed interpretata in modi diversi, più o meno efficaci, ma sempre avendo come target gli insegnanti, come finalità l'innovazione, come contenuti le nuove tecnologie, le attività delle scuole, i materiali didattici, ma soprattutto conservando un fortissimo legame con la scuola e con il "fare scuola".
L'evoluzione della rete e delle ICT ha consacrato in questi ultimi anni le scelte che all'inizio degli anni Ottanta erano sembrate a molti azzardate e forzate. Quando fu acquistato il primo computer a schede perforate che occupava un intero piano di palazzo Cerini, sede storica in tutti questi anni dell'Istituto, pochi avrebbero scommesso che dopo venti anni questa scelta sarebbe stata vincente. La nascita della rete, gli strumenti, le metodologie ed i linguaggi che si sono affermati per la rappresentazione delle conoscenze, hanno offerto enormi possibilità allo sviluppo di quella mission originale anche allargandone i confini ad un ambito internazionale.
La storia di questa Istituzione, quindi, rappresenta un caso speciale nel panorama della scuola italiana: conoscerla e comprenderne i caratteri originali è un elemento essenziale per poterne progettare il futuro. (Giovanni Biondi)
Informazioni:
Dott.ssa Pamela Giorgi
Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell'Autonomia Scolastica
Tel.: +39 055 23.80.367
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