Hansel e Gretel
Jacob e Wilhelm Grimm, Lorenzo Mattotti
Orecchio acerbo, 2009, p. 52
€ 20,00 ; Età: da 7 anni
La straordinaria versione figurativa che Lorenzo Mattotti offre di Hansel e Gretel mette a nudo la natura cupa della fiaba, o piuttosto ne svela l’essenza, ne coglie lo spirito profondo. Si sa, le fiabe sono talvolta crude e spietate. Esiste una morale? Chissà… Nondimeno, le chiavi interpretative sono numerose, da quella storica a quella psicanalitica, o sociologica... È peraltro noto che le fiabe non sono state create per bambini. Che poi, oggi, a essi prevalentemente si rivolgano, non elimina quel substrato complesso, a volte orrori fico, nel quale si radicano; non possono, di conseguenza, accontentare coloro che le vorrebbero comunque rassicuranti, a lieto fine, educative.
Questa versione di Hansel e Gretel ad alcuni appare poco adatta ai piccoli: esclusivamente in bianco e nero, accentua il senso drammatico della storia. La matrigna non compare praticamente mai, il padre è solo una piccola sagoma che si intravede tre volte; domina la foresta, in un intrico di segni realizzati a inchiostro con pennelli cinesi, dipinti con gesto ampio, generoso. La strega è una sagoma ingobbita, una vecchia, ma senza nulla di veramente disgustoso. La casetta di marzapane richiama i templi di Angkor, in Cambogia; è un ricordo riemerso del viaggio che Lorenzo Mattotti fece in Oriente (testimonianza del viaggio è il suo Angkor: tratti, pastelli, acquarelli, Nuages edizioni, 2003). Alla foresta si alternano immagini di interni la cui prospettiva scorciata enfatizza la profondità, amplifica lo spazio: la camera dei bambini mostra una improbabile – ma suggestiva – volta; la casa della strega riecheggia gli interni vasti e spogli di una fabbrica. Il colore nero esalta il bianco, rende quasi abbagliante il fuoco nel quale Gretel, con gesto liberatorio, spinge la strega.
Che dire, se non che dell’intrico del nostro cuore la foresta di Mattotti e dei fratelli Grimm tratta? E allora perché non leggerlo ai bambini? Consente loro di dirigere lo sguardo alla parte oscura del cuore umano: forse è meglio farlo attraverso le fiabe, anche cruente come questa, che permettono loro di avere una chiave di lettura, anziché lasciarli soli e inermi di fronte alle notizie atroci che la vita fornisce quotidianamente con tanta generosità – e che i telegiornali diligentemente diramano.
Angela Dal Gobbo
(da LiBeR 86)
