Da quando è arrivato Lallo
Eva Montanari
Kite, 2009, p. 32
€ 16,00 ; Età: da 3 anni
Papà e mamma Lupo accompagnano il figlio all’ospedale perché è arrivato Lallo, piccolissimo intruso che sta “laggiù in fondo al buio”. Il dottore lo conosce ma il lupacchiotto non sa chi sia e per mandarlo via deve superare la paura delle iniezioni – perché quella siringa per Lallo è come un razzo spaziale – e delle medicine amare dove l’intruso deve tuffarsi.
Il protagonista racconta in prima persona i suoi timori e, pur non considerandosi capriccioso, quando vede il “sacchetto pieno di liquido rosso”, nasconde il braccio. L’infermiera gli spiega che dentro ci sono i globuli rossi, i guerrieri che cercano Lallo per scacciarlo. Il lupacchiotto fa amicizia con una piccola volpe rossa e insieme affrontano con più coraggio medicine, trasfusioni, punture per cacciare l’ospite indesiderato. Li unisce anche l’amore per la lettura di un libro che narra storie dei paesi del mondo. Finalmente una gioiosa mattina, i familiari li vengono a prendere perché Lallo se ne è andato.
Un libro coraggioso che affronta la realtà della neoplasia con finezza psicologica, portando la storia sul piano della fiaba. Non a caso il protagonista è il lupo cattivo soggiogato da un “esserino” che da solo non può combattere. Le storie non sono medicine ma possono permettere al bambino malato “una certa distanza da ciò che più incute timore e inquietudine e consente lentamente di imparare ad affrontarlo ... Il bambino con una malattia è, infatti, indifeso di fronte al dolore e inquieto di fronte alla minaccia oscura, reale, oppure fantasticata di una possibile morte” (M. Trinci in LiBeR n. 80, p. 27).
Il finale positivo aiuta il piccolo malato ad affrontare con più coraggio il male che gli sta togliendo la gioia di un’infanzia pienamente vissuta. Le illustrazioni dell’autore, inserite in originali impaginazioni, sono emotivamente coinvolgenti. I corpi allungati del lupetto e della volpe hanno una grande forza espressiva, per la chiarezza con cui esprimono i loro sentimenti. Nella visualizzazione del piccolissimo maligno Lallo si concretizza la cadenza umoristica della Montanari, che ricordiamo accentuata in bei libri come Buffonaggi e Il mio Primo. La speranza della guarigione è impersonata dalla schiera dei rossi guerrieri e dalle immagini dei due Lallo che fuggono dal libro, a significare il ruolo salvifico della lettura che può allontanare, sia pure per pochi minuti, l’incubo della malattia.
Maria Letizia Meacci
(da LiBeR 86)