L’asinello d’argento
Sonya Hartnett; trad. di C. Manzolelli
Rizzoli, 2009, p. 214
€ 16,00 ; Età: da 10 anni
Scommettiamo che diverrà un classico di domani? (magari in edizione più adeguata, con formato e caratteri più grandi). Due sorelline, Marcelle e Coco di 10 e 8 anni, nei boschi della Francia del Nord trovano un uomo che credono morto ma invece è un soldato cieco, disertore, che vuole tornare a casa in Inghilterra, con un asinello d’argento portafortuna. Con il fratello Pascal di 13 anni lo nascondono e proteggono, gli portano cibo, lo chiamano rispettosamente Monsieuer. Per ringraziarli il Luogotenente Shepard racconta quattro storie il cui protagonista è questo animale nobile, modesto, paziente, comprensivo, gentile, laborioso, coraggioso: “Benedetto da una pacifica grazia”, come il bacio che la vecchia asina Hatzel dà al piccolo nato in una stalla di Betlemme, dove ha portato la madre incinta e da dove fa fuggire la famigliola dai soldati di un re infanticida, per poi morire consunta da stanchezza.
Nella seconda storia soltanto lo “sguardo mite” di un asino aduso a soffrire, disprezzato da uomini e animali come bestia ottusa, convince il cielo a mandare la pioggia che gli altri animali prepotenti, arroganti e falsi non erano riusciti a ottenere. Nella terza un asino portaferiti soccorre i soldati che la stupidità e crudeltà degli alti comandi scagliano in battaglie insensate e votate al massacro, e “ricorda a tutti qualcosa di bello e tempi migliori” (morirà pure lui, come il suo “eroico” conducente). Ricordiamo solo un altro libro capace di narrare con così forte intensità narrativa e descrittiva e coinvolgimento emotivo ed empatico l’orrore della guerra, ma anche in maniera così misurata e non effettistica, La guerra del soldato Pace di Morpurgo. Infine il soldato racconta la malattia del fratellino dal quale vuole tornare e che gli ha regalato l’asinello.
I fratelli con l’aiuto di un amico poliomielitico riescono a imbarcare verso la Manica il soldato, che ora comincia un po’ a vedere, come se negli occhi, lontano dalle cose orribili della guerra, stesse rinascendo la fiducia nella bellezza del mondo e nella bontà degli uomini. L’allegoria classica del marinaio storpio che si appoggia al soldato cieco mentre lo guida nel bosco è una potente immagine simbolica. Parafrasando si potrebbe parlare del mondo salvato dai ragazzini e dagli asini, da bambini e ragazzi che crescendo sappiano avere le virtù di quei nostri fratelli non umani che chiamiamo asini.
Fernando Rotondo
(da LiBeR 86)
