Un leone a Parigi
Beatrice Alemagna
trad. di A. Galeotti
Donzelli, 2009, p. 32
(Album)
€ 24,00. Età: da 3 anni
Vi sono molte sculture di animali a Parigi, e tuttavia Beatrice Alemagna è stata particolarmente colpita da quella del leone che si erge al centro della piazza Denfert-Rochereau, copia dell’originale in pietra che Frédéric Bartholdi realizzò nel 1879 sotto la cittadella di Belfort e che doveva ricordare il coraggio dimostrato dal colonnello Denfert-Rochereau contro l’armata prussiana nel 1870. Ne è stata così evidentemente impressionata da costruire intorno a questa statua una tenera, poetica storia, non priva di una certa dose di tristezza, e, prescindendo del tutto da battaglie e patriottismi di sorta, ha realizzato un libro per bambini come solo i narratori per l’infanzia sanno creare.
Un leone annoiato nella sua natale savana decide di fare un viaggio e giunge a Parigi. Ma qui, solo e spaesato, si accorge di non suscitare interesse e tanto meno paura nei passanti: nemmeno quando ruggisce nel mezzo della banchina del métro succede nulla. Inizia a percorrere, solitario, le strade della città, e finisce per scoprirne gli aspetti più interessanti e più suggestivi. E “la città, che al mattino gli era apparsa così monotona, dura, grigia, sembrava ora sorridergli con tutte le finestre”. Allora il leone sale su un piedistallo, nel centro di una piazza, e lì si installa, per sempre. “Guardò lontano e decise di restare. Immobile e felice”. Addossata a lui, vediamo raffigurata una bambina. Chi sarà? Forse la personificazione di Parigi bambina che ama tanto il suo leone? O è l’autrice stessa? Colei che partita dalla sua Bologna-savana, si è ritrovata in una città grande e forse indifferente, che ora però le tributa successo di pubblico e di critica, in una nazione che la onora di numerosi premi.
Il grande formato dell’albo valorizza le tavole illustrate, realizzate con collage di fotografie e di disegni, colorate a pastello e a tempera. Dominano le tinte smorzate, i contorni sottili e netti, mentre le figure prediligono forme arrotondate e piuttosto compatte. In un alternarsi di immagini su luoghi famosi o su angoli comuni, dove la gente cammina con la baguette sotto il braccio o beve ai tavolini di un café, Beatrice Alemagna conferisce un ritmo pacato a un racconto delicato, che oltre a rappresentare una intelligente guida alla città, una storia incantevole, un raffinato esercizio di stile, pare essere soprattutto un affettuoso omaggio a Parigi.
Angela Dal Gobbo
(da LiBeR 85)