Una bottiglia nel mare di Gaza
Valérie Zenatti ; trad. di F. Angelini
Giunti, 2009, p. 160
(Extra)
€ 10,00 ; Età: da 12 anni
Da ormai tre anni Gerusalemme è devastata dal sangue, dall’angoscia, dalla paura. Di fronte all’ennesimo attentato, nel settembre 2003, Tal, diciassettenne israeliana che vive nella Città Santa, sente un bisogno irresistibile di scrivere: per esorcizzare l’orrore, per non abbandonare la speranza, “come se ci fosse un fiume di parole che deve uscire da me perché io possa vivere”. Inizia così a tenere un diario. Non solo: sente che deve condividere con qualcuno ciò che scrive, perché non può arrendersi all’idea che tra ebrei e palestinesi ci possa essere solo odio. Infila quindi il suo messaggio di pace in una bottiglia e chiede al fratello Eytan di gettarla in mare a Gaza, senza rivelargli il contenuto della missiva. A trovare la lettera non è però, come sogna Tal, una ragazza palestinese della sua stessa età, ma un ragazzo di vent’anni tutt’altro che amichevole, che conosce la “lingua del nemico” e risponde al messaggio via mail firmandosi semplicemente Gazaman.
Inizia una non facile corrispondenza tra i due ragazzi, durante la quale la disarmante sincerità di Tal e la sua volontà di capire il mondo palestinese riusciranno gradualmente a scalfire la diffidenza di Gazaman, che finirà per aprirsi e rivelare la propria storia. Il suo vero nome è Naïm (“il paradiso”, in arabo), vive in un “maledetto posto chiamato ‘striscia di Gaza’”, dove si respira solo odio e disperazione, e condivide con Tal il bisogno di scrivere: per sentirsi più leggero, per non essere schiacciato dai pensieri che lo opprimono in quella terra che assomiglia a una prigione. E nasconde un segreto, che gli consente di non rinunciare alla speranza di un futuro.
In Una bottiglia nel mare di Gaza, l’autrice ci mostra il mondo palestinese e israeliano attraverso gli occhi di due adolescenti che vivono in prima persona le contraddizioni e l’orrore della guerra, con la capacità, propria dei giovani, di superare i pregiudizi e di abbattere tutte le barriere, anche quelle inesorabilmente innalzate dalla Storia. Centrata è la scelta di far dialogare i due protagonisti via mail: la scrittura consente nello stesso tempo una intimità e una presa di distanza che è funzionale alla relazione che si instaura tra i due giovani, consentendo loro di rivelarsi senza essere condizionati dallo sguardo dell’altro. È una relazione breve ma intensa, che riuscirà a sconvolgere la vita di entrambi.
Gabriela Zucchini
(da LiBeR 84)