Maddalena Matoso; ill. di I. Minhos Martins
Topipittori, 2009, p. 32
€ 14,00 ; Età: da 3 anni
“Quando sono nato, non avevo visto ancora niente. Solo il buio. Un grande buio nella pancia della mamma”. Queste parole spiccano bianche sul nero della pagina e sono l’inizio della storia di un bambino appena nato che apre gli occhi sulle cose del mondo. Non ha mai visto il sole, i fiori, un viso. Il suo stupore è grande: per le nuvole che vede veleggiare nel cielo, per i colori, perché conosce il mare, le montagne, le foreste e le spiagge. Respira l’aria e sente gli odori del sapone, delle vacanze quando si avvicina l’estate e l’odore della nonna quando lo abbraccia. Ascolta voci e suoni, che già aveva sentito quando era nella pancia della mamma, ma che ora scopre anche nelle onde che chiacchierano, negli alberi che cantano cullati dal vento e nel rumore che si sente quando cade qualcosa. Il bell’albo è un invito a soffermarsi con il protagonista, per scoprire i sentimenti che lo legano alle persone care e alla bellezza del creato, perché la scoperta “è la cosa più fantastica che c’è”. Non manca un momento umoristico messo in evidenza dall’illustratore: il rumore della grossa cacca di una giraffa contrapposto al “plic” esile di una foglia.La prosa poetica, semplice nella sua struttura, accattivante nell’alternarsi della scrittura nero su bianco e bianco su nero, trova una grande alleata nelle illustrazioni, che non solo la completano, ma costruiscono un linguaggio proprio, più ampio, che invita alla conoscenza concreta di ciò che la parola esprime concettualmente. Le nuvolette del fumetto, le figure in piccoli riquadri che si rispecchiano in pagine contrapposte, i colori forti, il simbolismo elementare usato: la barca sopra l’auto per il viaggio che porterà il bambino al mare; o la rappresentazione dei colori attraverso dei palloncini: una nuvola bianca, un uccellino marrone, un muso di coniglietto per il verde dei prati.Non mancano i riferimenti familiari che il testo non nomina ma che l’illustrazione mette in evidenza. L’albo ha un significato chiaro per l’adulto che lo legge: far comprendere al bambino l’importanza dei sensi per l’impatto con il fuori da sé, mentre per il bambino diventa gioco di riferimento per sentirsi sempre più protagonista delle domande che si pone e di milioni di risposte che può avere.
M.L.Meacci
(da LiBeR 83)