La stella di Esther
Eric Heuvel, Ruud Van der Rol, Lies Schippers
De Agostini, 2009, p. 64
€ 12,90 ; Età: da 10 anni
Si tratta di un racconto a fumetti, ideato e prodotto dalla Fondazione Anne Frank di Amsterdam, realizzato dagli autori olandesi sopra indicati, pubblicato in Italia con il patrocinio dell’Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei).
La storia, ambientata ai nostri giorni, ricorrendo allo stratagemma narrativo del flash back rievoca la tragedia della Shoah. Esther, anziana ebrea d’origine tedesca ritorna in Europa dagli Stati Uniti dove, ormai orfana, era emigrata alla fine della Seconda guerra mondiale. Assieme al figlio e al nipote adolescente David giunge in Olanda per incontrare Helena, la coetanea con cui aveva fatto amicizia nei tardi anni trenta quando si era rifugiata nei Paesi Bassi con la famiglia per sfuggire alla persecuzione nazista. Poi in compagnia di Davide e Jeroen, nipote di Helena, Esther visita la fattoria dove, durante la guerra, era stata nascosta per evitare di finire in un campo di sterminio al pari dei suoi genitori. Così gli incontri con altri sopravvissuti e la rivisitazione dei luoghi dove aveva trascorso infanzia e adolescenza diventano altrettante occasioni per proporre ai lettori la ricostruzione del drammatico passato di Esther e, tramite i legami parentali e di vicinato, anche quello della popolazione ebraica travolta dallo sterminio. Alla fine di questo percorso Esther apprende i dettagli della morte dei suoi genitori e ne recupera pienamente la memoria.
La trama, narrativamente ben articolata e verosimile, finisce per tracciare attraverso le vicende di Esther, dei suoi conoscenti e correligionari un convincente profilo della Shoah.
Va inoltre segnalato che, come precisato dal centro pedagogico dell’Ucei, “il brutale e l’inenarrabile della Shoah”, non è stato intenzionalmente esibito per evitare che il lettore fosse spinto, data la sua estrema tragicità, a rimuoverlo non proseguendo nella lettura. Insomma, gli autori, senza nulla tacere, hanno suggerito lo sterminio più che esibirlo e, a tal fine, hanno fatto leva più sui drammatici aspetti umani e psicologici che su quelli sanguinari.
Il disegnatore Eric Heuvel (1960), con un trascorso d’insegnante di Storia, ha svolto la narrazione ricorrendo allo stile leggibile e accattivante della “linea chiara”, in grado di rappresentare la realtà in modo essenziale ma estremamente preciso e, nel nostro caso, anche ben documentato. Nell’insieme un fumetto coinvolgente sul piano narrativo e al contempo in grado di rievocare un fenomeno storico che è bene non venga dimenticato.
Giulio Cuccolini
(da LiBeR 83)