Mio fratello Simple
Marie-Aude Murail ; trad. di F. Angelini
Giunti, 2009, p. 184
€ 10,00 ; Età: da 14 anni
Afferma Marie-Aude Murail che la letteratura per ragazzi deve essere una letteratura d’avanguardia, una letteratura d’avamposto, deve cioè aprire la strada ai grandi temi civili e sociali. E questa tensione anima consapevolmente i suoi romanzi per adolescenti, da Oh, Boy! (Giunti, 2008) al più recente Mio fratello Simple, anch’esso centrato, come il precedente, sul tema della fratellanza e della solidarietà fraterna.
Ma chi è Simple? Il suo vero nome è Barnabé, di cognome Maluri (anagramma di Murail, a riprova della sapiente abilità dell’autrice a giocare non solo con le parole ma anche con i nomi propri), 23 anni anagrafici ma con il cervello di un bambino di tre anni. “Un i-dio-ta”, come lui stesso si presenta.
A prendersi cura di lui, con grande affetto e senso di responsabilità, è il fratello minore Kléber, diciassettenne. Insieme si trasferiscono a Parigi, dove Kléber è stato ammesso a un prestigioso liceo, e condividono un appartamento con un gruppo di giovani universitari. Scalfendo i pregiudizi e gli imbarazzi dei giovani coinquilini, Simple riuscirà a conquistarli con la sua disarmante semplicità, restituendo loro una visione diretta, semplice appunto, dei loro sentimenti e delle loro emozioni. Come già Bart, l’eroe gay di Oh, Boy!, anche Simple è un diverso, è uno che sta al margine, ed è proprio per questo che l’autrice vuole farcelo amare. Come Bart, è un personaggio limpido e spassoso, che fa ridere di lui e con lui, sorprendendoci ed emozionandoci con le sue innocenti battute, capaci di metterci di fronte alla schietta verità.
“Io sono semplice, mi chiamo Simple”, dirà al fratello, tormentato da una difficile decisione sentimentale, mettendo a fuoco una chiave di lettura di questa lieve, profonda e talvolta dolorosa vicenda: che solo la logica di un cuore puro, come quello di Simple, può restituire valore e autenticità ai sentimenti più profondi, siano quelli dell’amore, dell’amicizia o della fratellanza, tema quest’ultimo particolarmente caro all’autrice.
Ancora una volta la Murail, grazie al suo humour sapiente e raffinato, restituisce leggerezza a una storia emotivamente intensa, riuscendo a farci piangere e ridere nello stesso tempo.
Gabriela Zucchini
(da LiBeR 83)