Mistral
Angela Nanetti
Giunti, 2008, p. 192
€ 11,90 ; Età: da 14 anni
A nessuno, salvo casi eccezionali, è dato scegliersi il nome: esso capita in sorte, insieme ai geni di famiglia. Può accadere che il nome non rispecchi il gusto o il carattere di chi lo porta; o che vesta perfettamente la persona, ne esalti i tratti della personalità, le inclinazioni, i pregi e i difetti, arrivando perfino a influenzarne il destino.
Mistral Coiro è stato chiamato come un vento dai genitori, quello stesso vento che soffiava forte sulla sua isoletta mediterranea il giorno in cui nacque. Come il maestrale, Mistral impara presto a insinuarsi in ogni anfratto della sua Isola Nera, e a sfidare le leggi, spesso crudeli, del mare; come il maestrale, egli è destinato a battere sempre le spiagge e gli scogli della sua infanzia, a tornare in quell'isola che sarà più volte costretto a lasciare; come il maestrale, anche Mistral non è in grado di smussare le folate delle sue passioni e quel carattere - indomito e fiero, poco incline ai compromessi - che gli fa compiere scelte impopolari, in conflitto con la famiglia e con la chiusa comunità di origine.
Ai banchi di scuola Mistral preferisce le più pragmatiche lezioni del mare, le escursioni nei luoghi proibiti dell'Isola Nera, le giornate di pesca nella barca di famiglia assieme all'amato e temuto padre. Sarà proprio un momentaneo abbandono del padre - che porterà la famiglia a lasciare l'isola e a trasferirsi nella casa dei nonni in terra ferma - a far maturare in lui la decisione di rinunciare alla scuola e andare a lavorare. Mistral capisce presto la complessità del sentimento amore: esso è fatto di rinunce e abbandoni, di partenze, di attese deluse, di rabbia e nostalgia; non solo della rassicurante tenerezza di una madre, del complice sostegno di un padre, del caldo e destabilizzante languore che si prova quando (per la prima volta) ci si innamora.
Mistral è un romanzo di formazione e la storia di un'educazione sentimentale condotta perlopiù attraverso i sensi, l'istinto, l'uso e l'ascolto del corpo. Una forte sensualità traspare anche dalla bella e profonda prosa della Nanetti: è come se le pagine di Mistral odorassero di macchia mediterranea, avessero il sapore della salsedine sulla pelle e fossero colorate di blu. Una frase, in particolare, ha colpito chi scrive: "Perché un'isola non è fatta per restare sola, ma perché qualcuno vi arrivi o parta". Ulisse sarebbe certamente d'accordo.
Sara Deriu
(da LiBeR 82)