Aidan Chambers; trad. di Giorgia Grilli
Fabbri, 2005, p. 219
(Contrasti)
€ 13,50 ; Età: da 13 anni
Breaktime è il tempo di staccare, di andare fuori e vivere con una nuova consapevolezza ciò che succede; un viaggio che travolgerà Ditto – protagonista del romanzo di Aidan Chambers – sporcandolo di vomito insieme ai suoi compagni per svestire le verità nascoste che si celano nella pancia del mondo. Leggere una storia è come recitare una bugia? Questa è la riflessione da cui Ditto dà il via al suo viaggio d’iniziazione, che lo trasporterà con consapevolezza a provare l’errata accusa del suo amico Morgan. La sfida tra i due personaggi della storia è intellettuale, entrambi sono due ragazzi maturi, colti e sensibili, ma anche loro come tutti i giovani devono provare a diventare grandi, per soddisfare la sete di esperienza. L’iniziazione di Ditto segnerà la sua esistenza in modo positivo, in quanto sarà lui a trovare l’anello che conduce a saldare la mente e il corpo nel qui e ora, come un vero eroe di una storia. Per questo, il libro di Chambers è originale e profondo, in quanto vuole ricucire lo strappo che appartiene al nostro mondo, impregnato da dualismi che spesso segnano i destini con colori bianchi e neri. Fare esperienza e saperla raccontare è la capacità che Ditto dovrà provare per dimostrare a Morgan che ogni cosa è viva quando è sentita, ingoiata e sputata fuori, in modo che arrivi all’altro dritta nello stomaco, con intensità da far vibrare le budella. Ecco che, il protagonista del viaggio di Chambers scoprirà quanto sia profonda la relazione che lo unisce a suo padre, sentimento contrastato fino al suo ritorno a casa, ma filo invisibile che lo guiderà come un rumore perpetuo di sottofondo nel suo percorso di crescita, ripresentandosi nel suo sentiero come un fantasma allo scoccare della mezzanotte. La ricerca dell’amore come passione originaria risucchia il protagonista non ancora uomo, nel cuore della terra madre per sentire l’ebbrezza della passione sulla pelle, prova che condurrà Ditto a inseguire la vita, con l’intento di trasmettere nel modo più espressivo i contenuti viscerali della sua esperienza; ed è proprio dando voce ai significati della vita che la letteratura segna l’immaginario, colpendolo nel profondo, lasciandolo sospeso, nella ricerca di quei fili nascosti che sono i profondi legami che ognuno di noi, come personaggio di una storia, racconta, fiero di averli vissuti.
L. Rocchetta (da LiBeR 71)