Cappuccetto Rosso
Kveta Pacovska; trad. di L. Battistutta
Nord-Sud, 2008, p. 28
€ 14,50 ; Età: da 5 anni
Kveta Pacovska ci offre un Cappuccetto Rosso che sconvolge la tradizione iconografica di una delle più antiche e famose fiabe con un lupo assolutamente imprevedibile.
Questo Cappuccetto Rosso sollecita una breve riflessione sulla lettura delle immagini da parte dei bambini durante la prima infanzia, permeati quasi esclusivamente dalle illustrazioni disneyane, che bloccano le capacità cognitive e le infinite curiosità proprie dei primi anni di vita.
La lettura dell’immagine precede e condiziona la lettura delle parole scritte e necessita quindi di una particolare attenzione, che dovrebbe essere condizionata dalla conoscenza dei testi. Siamo nel campo dell’utopia. Incidentalmente: qualcuno ha approfondito la ragione per la quale Walt Disney non ha mai affrontato Cappuccetto Rosso o Hansel e Gretel? Quando il tema della paura o quello dei genitori che in nessun modo possono sembrare “buoni” diventano essenziali alla narrazione, la ditta americana evita di affrontarne le storie. Non a caso il padre di Cenerentola nella versione disneyana muore piuttosto di far la figura dell’inetto, come nelle versioni di Perrault e dei Grimm.
La Pacovska per il suo Cappuccetto Rosso utilizza il testo tradizionale dei fratelli Grimm (quello di Perrault, come noto, non prevede la salvezza finale), vista e rivista in tantissimi libri di fiabe dal 1800 a oggi. La bambina protagonista è raffigurata tre volte soltanto e a pagina intera: nella prima sono evidenziate in formato quasi al naturale le sue scarpe rosse e un pezzetto delle gambe che indossano calze bianche a pois rossi. Nella seconda è delineata con la figura intera e tutta rossa; nella terza è raffigurata soltanto con la parte centrale del viso, dagli occhi azzurri alla bocca violentemente rossa (senza fronte, capelli, mento e collo). L’espressione del volto rivela un momento di intensa perplessità.
Dominante, nel libro, a cominciare dalla copertina, è la figura del lupo, sempre in piedi con un lungo corpo a rettangolo verticale: può incutere paura per il muso tutto denti e con la lunga lingua in fuori. C’è anche una pagina a fondo rosso (attraversata dall’indicazione “per mangiarti meglio!”) dove, in alto, ci sono i suoi occhi, a metà lo strano naso e in fondo la terribile bocca aperta. Poi ci sono pagine – con la casa della nonna, il sentiero nel prato, alberi dai meravigliosi colori delle chiome – che fanno entrare il lettore nell’atmosfera incantata di una storia che impaurisce, ma che alla fine rassicura.
Roberto Denti
(da LiBeR 82)