Nella Biancaneve della prima edizione delle Fiabe del focolare (Grimm, 1812-15), una regina molto bella esprime il desiderio di avere una bambina bianca come la neve, rossa come il sangue e nera come l’ebano. Di questi desideri originari, il pluripremiato autore e illustratore Fabian Negrin esaudisce appieno il primo, facendo deporre a una vanitosa regina del nord che si compiace di essere “perfetta” un uovo altrettanto “perfetto” e, naturalmente, “bianchissimo”. Completamente bianca – nella pelle, nei capelli, nei larghi abiti che richiamano il malinconico Pierrot, nel piumaggio e nel lungo cappello a testa di cigno innestato come prolungamento del suo essere ibrido – è anche la bambina che da quell’uovo nasce, protagonista di una riscrittura dell’antica fiaba che Negrin affida al congegno artistico complesso e articolato dell’albo illustrato. Inserito in un cofanetto cartonato che ne custodisce la meraviglia, Bianca come la neve dice l’indicibile dell’universo infantile con sguardo poetico e rispettoso, rendendone parallelamente visibile l’invisibile che, come cita la frase in esergo attribuita a un misterioso Ænuenti Pyrex d’Estonia (anagramma di Antoine de Saint-Exupéry), “è essenziale agli occhi”. Mentre recupera elementi della fiaba di Biancaneve andati perduti nelle edizioni successive alla prima, Negrin cosparge questa storia di riferimenti ad altre narrazioni fiabesche, nonché al Piccolo Principe e alla pittrice Frida Kahlo, che in una tavola presta il volto alla rancorosa regina. Svelando intrecci e contaminazioni, le illustrazioni dilatano la catena semantica del testo scritto insistendo su un’infanzia dalla natura imprendibile, un’infanzia quasi fantasma che nella dimensione adulta risulta spesso sovraesposta e per questo profondamente malinconica, nostalgica rispetto a quel suo pianeta più prossimo al cielo e alle stelle dove può con-fondersi e scomparire. Nell’interazione mirabilmente riuscita tra componente verbale e componente iconica, il lettore bambino trova così una preziosa occasione di rispecchiamento, un’eco accogliente e non giudicante del suo peculiare sentire, insieme a un riconoscimento della fuga e del ritiro nell’immobilità e nel silenzio quali espedienti salvifici irrinunciabili.
Elena Guerzoni (da LiBeR 145)
Bianca come la neve
Fabian Negrin
Orecchio acerbo, 2024, 32 p.
€ 22,00 ; Età: da 4 anni