Testimone e vittima di un’immane tragedia Ana Novac nel suo romanzo In cerca di giorni felici. Diario di un’adolescente ad Auschwitz offre un quadro desolante della sua vita nel campo di concentramento di Auschwitz dove finisce a quattordici anni dopo essere stata arrestata per la colpa di essere ebrea. Racconta nella prefazione: “Sono nata in Transilvania sotto una dittatura fascista. Ho vissuto la mia giovinezza sotto una dittatura proletaria e, tra l’una e l’altra, ho fatto un giro ad Auschwitz e in altri sette campi di concentramento.”Aveva cominciato a scrivere il suo diario a undici anni e aveva continuato a scriverlo da prigioniera. Le erano sufficienti un mozzicone di matita, la carta di mimetizzazione; nascondeva i suoi scritti dentro gli zoccoli di legno e quando erano troppi li imparava a memoria. Il risultato è una testimonianza lucida, vivida su “come si viveva nel campo, giorno per giorno, ora per ora; come alcuni sono riusciti a sopravvivere; come, in cenci, prive di tutto, queste ombre umane hanno saputo conservare l’allegria, l’aggressività, il sarcasmo di un tempo… Non ho mai riso tanto quanto al campo. Bastava che ci guardassimo a vicenda per scoppiare a ridere. Niente, infatti, è più grottesco della miseria…”. La risata è l’unica alternativa a non lasciarsi andare. Dove? Verso la morte. Chiarisce infatti che uno dei suoi intenti è quello di “sfatare definitivamente una leggenda tanto diffusa quanto falsa: e cioè che la sofferenza nobiliti.” L’unica legge che guidava infatti quella schiera di “martiri” era la voglia irrefrenabile di sopravvivere. A qualsiasi costo. Ana racconta di Felicie, il capo della sua baracca, che si diverte a schiaffeggiare le detenute: ha paura anche lei, così si rifà sulle compagne. Racconta di Jurec, il Kapo, che è solo una belva dall’apparenza umana. E ancora ricorda che mentre le prigioniere stanno raccogliendo pietre arriva un uomo a cavallo con uno scudiscio in pugno, un revolver e un bulldog grigio ai suoi piedi. Colpisce una ragazza, che si impaurisce e scappa. Dietro a lei il cane, che poi ricompare solo. Ana scrive: “Non oso guardare, anche se mentre correva l’avevo riconosciuta.” Ora la sua branda è vuota.
Paola Benadusi Marzocca (da LiBeR 139)
In cerca di giorni felici
Ana Novac;
trad. di F. Saba Sardi
Mondadori, 2023, 247 p.
(Contemporanea)
€ 16,50 ; Età: da 16 anni