Silvana Sola, in occasione del Salone del libro di Torino ha intervistato la scrittrice svizzera Marie-Christophe Ruata-Arn. Autrice con una doppia formazione - da architetto e da sceneggiatrice - oltre a insegnare, progettare e scrivere sceneggiature per spettacoli teatrali e programmi televisivi, romanzi per ragazzi e fumetti, Marie-Christophe Ruata-Arn suona la tastiera in un gruppo rock tutto al femminile: The Lawdy Mamas. Con la casa editrice Sinnos ha pubblicato Sette rose per Rachel, Matilda un'ora indietro e il recente Segreti di famiglia.
Nelle sue opere ci sono figure femminili, personaggi fortemente caratterizzati, adolescenti che cercano il loro spazio nel mondo. Come nascono?
Spesso tutto inizia con un: “E se...?" "Se una famiglia piuttosto povera si ritrovasse improvvisamente con due milioni di euro, come si trasformerebbe la sua vita quotidiana?" oppure: “e se ci fosse davvero un fantasma in questa casa che tutti dicono essere infestata, perché si sarebbe mostrato solo alla ragazza viziata e ribelle della famiglia?, cosa avrebbe da insegnarle?”. Nei miei libri il legame tra tutti questi pezzi del puzzle si forma poco a poco, in un ordine che a volte è sorprendente, e che prende vita prima di diventare una storia con un preciso filo logico. In tutta questa architettura, la figura femminile è una cinghia di trasmissione tra gli eventi e i personaggi che mi interessa particolarmente. Quasi tutti i personaggi principali dei miei libri sono ragazze nell'età dell'adolescenza. È un momento di forte transizione, sia dal punto di vista fisico che psichico. Questo momento, più o meno lungo, di relativa fragilità, forse di solitudine, sicuramente di grandissima ricettività, cambia lo sguardo che si ha sul mondo. Le domande si pongono in maniera diversa, e non è un momento in cui si ha voglia di fare concessioni agli altri. Questo è ciò che cerco di utilizzare al meglio per nutrire i miei personaggi, che devono portare avanti una storia e illuminarla da diversi punti di vista prima di prendere decisioni. Molto sinceramente, mi ispiro alla mia esperienza per costruire queste figure femminili (vi lascio indovinare a chi appartiene il cattivo carattere che caratterizza maggiormente i miei personaggi…). Ma sono anche sempre molto attenta a tutto quello che mi circonda.
I libri sottolineano l’importanza delle relazioni che abitano le pagine, l’importanza delle emozioni e dei sentimenti. Perché?
Io, come tanti altri, sono inorridita dal vedere oggi moltissimi bambini e ragazzi che hanno un legame enorme con gli strumenti elettronici. Un legame che talvolta è maggiore di quello che hanno con persone reali. Il danno è immenso: la perdita di senso e anche la perdita di sé. Il rapporto con l'altro è una necessità vitale. Rapporto familiare, sociale, di prossimità. Siamo animali sociali e la solitudine, quando non viene scelta volontariamente, può fare molto male. Queste storie sono per me un'opportunità per offrire diversi tipi di incontri ai giovani lettori. Incontri che a volte si svolgono senza intoppi, ma che spesso richiedono da parte di ciascuno dei protagonisti una dose di coraggio, la voglia di lasciarsi andare o la necessità di un qualche tipo di abnegazione. La rabbia è permessa, così come tutta una serie di sentimenti fluidi e difficilmente identificabili. Quello che conta davvero, alla fine, è la possibilità di dire che, in questo rapporto con l'altro, c’è il nostro posto.
Leggerezza e profondità: come si intrecciano?
Sono convinta della magia della vita. Questa magia, per esempio, consiste nel trovarsi al momento giusto nel posto giusto, dove qualcuno ti stava aspettando, senza necessariamente saperlo. Ripensandoci, tutti noi abbiamo uno o più aneddoti del genere da raccontare. Più che leggerezza, attraverso le mie storie io cerco ogni volta di raccontare esattamente queste circostanze incredibili e casuali che trascinano, e a volte indirizzano in maniera inequivocabile, le decisioni e le azioni della nostra vita. Le situazioni in cui ci possiamo trovare non sono necessariamente facili e le decisioni da prendere non sempre evidenti. Io voglio provare a dare al giovane pubblico una sorta di illuminazione entusiasta su questa energia vitale, che tutti possiamo avere, che ci fa sempre venire voglia di andare avanti.