Benedetta Bonfiglioli e Guido Sgardoli raccontano su LiBeR 135 la loro idea di racconto, attraverso ricordi personali e riflessioni sul presente. "Ho sempre pensato che il racconto sia una forma narrativa potente e intensa - scrive Bonfiglioli - che si sviluppa intorno a un'emozione distillata, semplice nella sua purezza. Da lettore, è sempre, per me, un'esperienza singolare, di immersione, un tuffo a candela in un momento di assoluta perfezione, simile a ciò che mi succede quando leggo poesia. Un unico bacio, veloce, nella notte". Sgardoli, appassionato del genere, si chiede perché non esita una vera e propria cultura del racconto breve nella letteratura per ragazzi contemporanea, e nel suo articolo prova a dare delle risposte. Per farlo, cita anche uno dei suoi autori più amati, Stephen King, che nel'introduzione alla sua raccolta scheletri scrive: '"La maggior parte di voi ha dimenticato il piacere speciale del racconto”. "Il buon vecchio zio Steve ha ragione - aggiunge Sgardoli - come sempre: la maggior parte di noi l’ha proprio dimenticato. Auspicare una nuova stagione di racconti per ragazzi e ragazze non è un’utopia, bensì una sfida concreta da lanciare ai nostri lettori. Basta averne il coraggio".