Michael G. Bauer
trad. di G. Guidoni
Mondadori, 2008, p. 272
(Junior oro)
€ 12,00; Età: da 11 anni
In principio ci fu Franti, il primo e il più famoso bullo della letteratura italiana per ragazzi. Oggi i Franti appaiono moltiplicati a dismisura: LiBeR Database segnala dal 2000 almeno settanta libri che toccano il tema del bullismo.Non chiamatemi Ismaele, dell’australiano Bauer, è l’ultimo in ordine di tempo e uno dei più riusciti, una storia di vittime e “carnefici”, di adolescenti con scarsissima autostima, ma anche di amicizie virili e primi timidi amori giovanili, di scuole che funzionano come in Australia (che invidia leggere di computer in biblioteca, tornei studenteschi di rugby e anche di dibattiti, presidi e professori che si mobilitano contro il bullismo). Il tredicenne Ismaele Lesogne è tormentato da un nome così pesante e soprattutto da Barry e dai suoi scagnozzi che gli nascondono zaino e cappellino, imbrattano il diario con disegni osceni, mettono avanzi di hot-dog nell’armadietto, lo spingono, strattonano, sgomitano, sgambettano, soprattutto sghignazzano deformando nome e cognome: Ismaele Puzzo-Piede Le Fogne, Piscia-Puzza Le Tame e così via. L’arrivo di un compagno dall’aspetto molto ridicolo sembra fornire un nuovo bersaglio ai persecutori, senonché il nuovo arrivato si rivela una sorta di Stargirl al maschile: è un piccolo genio e non ha paura di niente (si vedrà poi perché), guida i compagni contro temibili avversari di rugby motivandoli con una poesia da lui composta, poi convince l’insicuro Ismaele a partecipare al laboratorio di dibattito e al successivo torneo con la squadra della scuola, che a sorpresa in semifinale è eliminata per un solo punto ma esce a testa altissima. Barry viene messo a posto da una giovane prof. e Ismaele, che non ha mai cessato di sentirsi assetato di vendetta come il capitano Achab contro Moby Dick e ora potrebbe vendicarsi, desiste dal proposito perché non vuole diventare il tipo che umilia gli altri. Il finale, però, non è banalmente ottimista. Un’ultima osservazione positiva riguarda la scrittura e la traduzione che rende ottimamente l’umorismo e ironia, la scorrevolezza e brillantezza di immagini e metafore, felici, sorprendenti, spesso legate a film di successo.
Fernando Rotondo
(da LiBeR 81)