Quella di Ruby Bridges è una storia importante. Chi ha visto le foto di quella bambina nera, nel suo vestitino elegante in onore della scuola, scortata da uomini adulti in giacca e cravatta, non può più dimenticare quell’immagine. Ruby è stata resa iconica anche grazie a un celebre quadro di Norman Rockwell intitolato The Problem We All Live With: una bambina di soli sei anni è diventata suo malgrado un’eroina per essere andata, per prima, in una scuola per alunni bianchi, dando concretezza, e corpo – il suo- alle nuove leggi sull’integrazione. La sua storia merita senz’altro di essere conosciuta da tutti i ragazzi e le ragazze di oggi e un libro a lei dedicato partiva con grandi potenzialità di richiamare l’interesse della scuola per parlare di razzismo, storia delle battaglie per i diritti civili degli afroamericani, diritto all’istruzione. Tuttavia, per gli stessi motivi, rischiava di essere un libro costruito a “tavolino” dove i temi venivano prima delle idee e della scrittura. Ero quindi curiosa di scoprire come Elisa Puricelli Guerra avrebbe affrontato il compito e sono stata felice di sentire autenticità e cura, in queste pagine.
La scelta di partire dalla storia di Billie, una ragazza nera della New Orleans di oggi, è davvero azzeccata ed efficace. Non solo perché, come accade con altri libri che mescolano la narrativa a biografie storiche, questo facilita l’empatia e il coinvolgimento dei giovani lettori ma soprattutto perché attraverso Billie riusciamo a vedere immediatamente una continuità tra fatti storici, personaggi icone di una stagione di battaglie per i diritti degli afroamericani e la disparità di potere e privilegio presenti strutturalmente nella società anche oggi. Billie si trova a fare una ricerca su Ruby insieme a un compagno bianco con cui ha avuto uno scontro. Nella loro scuola una studentessa nera è stata ingiustamente accusata di aver appiccato un incendio e il pregiudizio razzista appare evidente. L’autrice trasmette ai giovani lettori l’idea che quella di Ruby non è “una figurina storica”, una tappa di una battaglia conclusa, lontana nel tempo e nell’esperienza, ma è parte di una storia attualissima su cui abbiamo ancora bisogno di percorrere molti passi.
Le pagine sono anche piene di citazioni e riferimenti musicali e letterari che aprono appassionanti possibilità di esplorazione e conoscenza. Questa storia si colloca bene in un momento in cui l’editoria per ragazzi sembra finalmente in grado di raccontare in modo competente il tema del razzismo che fino al recente passato era stato molto ignorato o banalizzato.