Come spesso succede nei libri di David Wiesner, nulla è come appare. I tre porcellini (che nel 2002 valse all’autore la prestigiosa Caldecott Medal) inizia come la nota fiaba ma, appena introdotti i protagonisti con le tre case (deliziosamente acquerellate con toni delicati) e una volta riportato il solito refrain del lupo – “Soffierò e sbufferò e la casa spazzerò!” – la narrazione procede secondo un’inaspettata direzione: i porcellini escono dall’illustrazione, ne scavalcano la cornice di contorno e invadono il margine bianco della pagina. Cosa rimane delle scene illustrate? Vengono spiegazzate, scompigliate e piegate; i tre ne fanno persino un aereo di carta e su quello volano via, attraversando lo spazio bianco, indefinito e indeterminato, che si apre tra immagine e immagine; e queste ultime sfilano davanti agli occhi come se si trattasse di una esposizione d’arte, pannello accanto a pannello. Da lì i protagonisti irrompono in altre storie e in altri paesaggi letterari, come quello dai tenui colori pastello della famosa nursery rhyme “Hey diddle diddle”, per uscirne subito dopo, seguiti dal gatto col violino, ed entrare in una fiaba di draghi e cavalieri, dove invece salvano il drago dal suo destino sacrificale e lo portano con loro – dove? Nella casa di mattoni del terzo porcellino, nella quale, armati della presenza dell’enorme amico, sapranno come accogliere il lupo. E la storia si conclude (quasi) nel consueto modo. Nel frattempo noi lettori abbiamo compiuto un viaggio inusuale, abbiamo superato quel limite invisibile che si pone tra le storie e il supporto su cui sono narrate, caratteristica che rende i racconti di questo tipo “metanarrazioni”. In esse i protagonisti contravvengono alle regole canoniche, si fanno beffe del tradizionale procedere dell’intreccio, possono (come in questo caso) “uscire dalla storia” e avventurarsi in uno spazio inesplorato, quasi fossero animati da autonoma volontà. Insieme a loro anche noi facciamo esperienza della complessità del mondo letterario, quello che sta tra le pieghe dei racconti e nei margini delle pagine, e dal quale traiamo piacere soprattutto se, di quel mondo, conosciamo già storie e figure.
Angela Dal Gobbo (da LiBeR 129)
I tre porcellini
David Wiesner;
trad. di L. Feoli
Orecchio Acerbo, 2020, 40 p.
€ 14,50 ; Età: da 5 anni