Provare ad accostarsi al respiro, alla pelle, alla penna, all’anima di Tolstoj. Che sapeva leggere l’anima altrui e la propria, l’anima del mondo come paesaggi in divenire sul letto di un fiume trasparente. Chi poteva essere più vicino al suo sentire di bambino, senza più la madre a due anni ma col cuore ancora imbevuto dei racconti di lei quando era solo un neonato, poi un ragazzo, un adulto che li avrebbe riascoltati dentro di sé per tutta la vita? Chi poteva sapere della sua attanagliante ricerca di Schast’ye, “felicità”, del segreto inscritto in un rametto sepolto chissà dove nel Regno minuscolo e infinito dei “Fratelli Formiche”? Della prima volta in cui aveva avvertito che non poteva non fermare con l’inchiostro le immagini, i volti, le sfioriture e le rifioriture dei cuori, l’illusorietà perniciosa delle battaglie e della guerra, che come un magma gli premevano dentro? Delle risposte che non poteva non cercare per i figli dei contadini, del suo volerli riscattare dall’ignoranza coatta, dalla fatica annientante? Con un’intuizione illuminata, con una scrittura calda e affidabile che crea un nido per lo spirito dello scrittore, Federica Jacobelli ha creduto che questo qualcuno potesse essere la terra. Così, grazie alla protezione ideale di Tarkovskij – cineasta cresciuto a pane e Tolstoj, cui dedica un esergo – all’apporto artistico di Pia Valentinis (magistrale nella sezione d’albero col volto dello scrittore) e a quello umanamente sapiente di RueBallu con la sua raffinata cartotecnica, abbiamo Lev della radura. Un racconto con Tolstoj. Omaggio a quella terra, ma anche a quel lavoro agricolo che per lo scrittore sarebbe stato il travaglio infaticabile della letteratura, come nelle pagine senza fine del suo alter ego Levin tra i contadini in Anna Karenina, o come Jasnaja Poljana, la “Radura Chiara” dove sarebbe sempre tornato oltre la vita abissale, la fama e la censura delle sue idee pacifiste, oltre il mistero doloroso e magnifico del suo matrimonio con Sof’ja, oltre la paternità, la stazione di Anna, oltre Nataŝa, Andrej, Pierre…
Perché oggi più che mai “per quante storie avesse inventato, per quanti pensieri avesse elaborato e comunicato, quelle zolle non erano meno vive e importanti di lui.”
Maria Grosso (da LiBeR 128)
Lev della radura. Un racconto con Tolstoj
Federica Iacobelli,
ill. di Pia Valentinis
RueBallu, 2020, 108 p.
(Jeunesse ottopiù)
€ 19,00 ; Età: da 8 anni