Ciascuno la descrive, ma, guarda un po’, non c’è una descrizione che assomigli all’altra, anzi certe sono addirittura opposte. Per l’elefante è piccolissima, per la formica è molto grande; alla lumaca sembra veloce, il ghepardo la trova “lenta come non mai”; il ragno ne vede più di una (anzi, “tantissime”), il camaleonte “una di qua e una di là”. Man mano che procediamo nella lettura diventiamo sempre più curiosi di scoprire esattamente come sia fatta questa straordinaria talpa, e al contempo iniziamo a capire che non di “talpe” tratta il libro, ma di “punti di vista”. Cos’è un punto di vista? La posizione da cui si guardano le cose. E questa è la logica, il nesso che collega ogni affermazione. Il libro infatti parla dello sguardo, che è diverso da personaggio a personaggio: è naturale che il pipistrello veda la talpa a rovescio, lui che sta appeso a testa in giù, così come è ovvio che dall’alto della propria mole l’elefante la veda piccolissima.
L’alternarsi binario di illustrazioni a fondo bianco – quando il gruppo commenta – e a fondo nero – quando l’animale singolo descrive la talpa – è essenziale alla resa comica del libro, perché la comicità è innanzitutto una questione di ritmo. Qui è perfetto, come sempre nei libri pubblicati dalla casa editrice Minibombo, che dell’impostazione visiva delle storie fa il suo punto di forza. Di visione si parla qui, dunque, e della particolare visione delle cose che ha ciascun animale – così che, alla fine, ne sappiamo molto di più a proposito di costoro che della talpa.
Ma lei, la talpa, alla fin fine, com’è? Ha un bel paio di occhiali rossi. E non vede nessuno. Folgorante conclusione per un libro sullo sguardo!
Angela Dal Gobbo
(da LiBeR 123)
Ho visto una talpa
Chiara Vignocchi, Silvia Borando
Minibombo, 2019, 44 p.
€ 12,90 ; Età: da 3 anni