Toby Wick, questo nome, non a caso ha un’assonanza con il capolavoro di Herman Melville, Moby Dick o la Balena, una delle più grandi storie di mare che siano state scritte, dove si racconta la lotta esaltante e brutale sostenuta dall’uomo contro balene combattive di cui il simbolo è la famosa balena bianca, feroce quanto leggendaria.
Lo scrittore qui ci proietta in una vicenda fantascientifica, nell’ombra luminosa di un mondo squassato da guerre cruente dove sono le balene ad arpionare le navi degli uomini in una battaglia senza esclusione di colpi. Le immagini con cui è intercalata la narrazione sono potenti, espressive quasi quanto le parole, soprattutto rappresentano balene, la figura di un uomo incatenato e il sangue che ridipinge l'oceano. Romanzo di chiara e complicata decifrazione, metafora della violenza e della guerra che accompagnano la storia degli uomini fin dai suoi inizi. In questo caso balene e uomini sono condannati a un duello all’ultimo sangue. Favola distopica con annotazioni interessanti sul futuro del nostro mondo e i suoi confusi valori e anche, forse, raffigurazione di un’umanità nuova. La protagonista Bathsheba è la piccola balena predestinata fin da piccola a conoscere l’antico brivido della caccia. Non preda, ma predatrice al seguito della sua coraggiosa capitana costretta a portare per sempre un frammento di arpione sulla testa, “come promemoria” della crudeltà degli uomini. “Chi ha bisogno di demoni quando ci sono gli umani?”. Nel momento in cui il bene e il male non sono più facilmente distinguibili, il diavolo ha perso il suo volto, ma esiste ancora come archetipo mitico. Egli può agire sulla fantasia dell’uomo e sulla sua volontà. Non è forse vero che molti uomini subiscono la sua spinta? “Nell’immaginare il diavolo si crea il diavolo”.
Paola Benadusi Marzocca
(da LiBeR 123)
E l'oceano era il nostro cielo
Patrick Ness, ill. di Rovina Cai
trad. di G. Iacobaci
Mondadori, 2019, 168 p.
(Contemporanea)
€ 16,00 : Età: da 10 anni