Immaginate un uomo ricco. No, più ricco ancora. Ecco, ora moltiplicate la sua ricchezza per cento, anzi, per mille: avrete il protagonista di questa storia.
Il Signor Fortunato ha letteralmente tutto, in quel modo un po’ disordinato di chi accatasta ogni cosa senza prestarci troppa attenzione. Possiede navi da crociera, piste da sci, zoo privati, flotte di aerei e montagne di gioielli... ogni cosa in casa sua, che è talmente grande da poter contenere tutto.
Un giorno, andando a passeggio, il Signor Fortunato perde il suo cappello; ne ha moltissimi, ovviamente, ma cerca comunque di recuperarlo: è il suo! Lo insegue a lungo, finché si perde anche lui; stremato si addormenta in un parco della città. Al risveglio, però, gli è accaduta una cosa incredibile: sulla schiena, pesante e ingombrante, gli è cresciuto un grosso guscio da chiocciola. Ed è così che, dopo lo smarrimento e le difficoltà iniziali — non passa più dalla porta, povero Fortunato, né riesce a salire in macchina — e dopo che nemmeno i dottori (o i veterinari!) riescono a curarlo, prova ad entrare in quella specie di casetta portatile in cui non sta altro che lui.
Il nuovo libro di Daniele Movarelli è una favola sul valore delle cose e sul concetto di ricchezza. Il suo Signor Fortunato, un po’ Charles Foster Kane e un po’ Gregor Samsa, si ritrova improvvisamente da ricchissimo a povero: è un semplice cappello a lasciare il protagonista perduto in terra sconosciuta, senza la possibilità di recuperare tutto ciò che possiede. Ma ritorna ricco, e senza paura di perdere i nuovi averi, quando si ritrova, letteralmente, all’interno del piccolo guscio di chiocciola: scoprirà che non possediamo nulla di più prezioso di noi stessi, e che per prendersene cura non è necessario possedere di tutto.
Le illustrazioni di Alice Coppini giocano con la quantità di situazioni e di oggetti enumerati attraverso le pagine del libro: a tavole affollate di mezzi di trasporto, servitori — un’intera orchestra sinfonica invece del campanello! — e luoghi, si alternano disegni in cui pochi, luminosi dettagli si appropriano della scena.
I colori marcati, il tratto deciso e volutamente ‘grezzo’, le buffe forme dei personaggi — splendido il Signor Fortunato, nel suo cappotto giallo, i baffi all’insù e il lungo mento — accendono il sorriso in una storia che diverte e fa pensare: proprio come dev’essere una grande favola.
DANIELE MOVARELLI è nato a Roma nel 1980. Copywriter, blogger ed enigmista ha pubblicato articoli su Exhibart e Wired per BNL, sciarade su Atlas Magazine, racconti su Lahar Magazine e Medium.
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