Nella letteratura fantasy i manufatti hanno spesso grande carisma e suscitano invidia, per poi rivelarsi capaci di ingannare e corrompere, fino a veicolare dolenti scoperte esistenziali. La riflessione su come, anche nella letteratura fantasy, gli oggetti ci consentano di vivere un’avventura di "spessore", rendendo più autentica tale esperienza, è al centro del contributo di William Grandi su LiBeR 122, dal titolo "Incanti e metafore". E come si traduce il fascino esercitato dagli oggetti nei libri per l’infanzia? risponde Federica Mantellassi, che nell’articolo "Inseparabili: ciucci, orsetti e bambini" analizza la quotidianità che dietro alle minuzie nasconde potenti segreti, ironici e vitali. "Il rapporto dell’individuo con gli oggetti che fin dai primi mesi di vita entrano nel suo campo di esperienza passa dai fenomenti transizionali alla strutturazione di una rete di senso" scrive Mantellassi, e proprio alla riflessione su oggetti e simbolizzazione è dedicato un altro articolo pubblicato nel nostro focus sugli oggetti, a cura di Luigi Paladin, dal titolo "Il fascino del cassetto proibito", che sottolinea come il rapporto tra le cose presenti nella realtà del bambino e la loro rappresentazione nei libri sia fondamentale per facilitare i processi di pensiero, linguaggio e crescita dei piccolissimi. Nel testo, Paladin ripercorre i luoghi dove il piccolo espolratore preferisce andare (dove lo porta il dito, il gattonare, la curiosità...) ricordando come per il bambino tutto sia soprprendente, anche le cose che a noi appaiono scontate: "premere l’interruttore per accendere o spegnere la luce è paragonabile a una magia".