Frontiere, soglie e interstizi
I confini tra dimensione reale e immaginaria sono sempre più labili nella letteratura per l’infanzia contemporanea, che ripropone anche molti dei topoi spaziali del passato, tra isole, giardini e foreste: passaggi comuni e oggetti conosciuti assumono il ruolo di frontiera tra il mondo della realtà e quello della magia, che preferisce spazi raccolti e allo stesso tempo conosciuti. Bianca Di Prazza e Claudio Dolci nel loro contributo "Lo spazio di una storia", su LiBeR 120 riflettono sugli "strati" dello spazio nella narrativa per l’infanzia: uno spazio eterogeneo, incostante e fluido, che ha due dimensioni, quella reale e quella immaginaria. Se gli spazi della passata letteratura di viaggio erano ancora luoghi da esplorare, oggi spesso assistiamo alla costruzione dell’Altrove come non-luogo, dove gli stati di soglia oscillano tra luce e ombra: Riccardo Pontegobbi nel suo articolo "Soglie e interstizi" esamina la concezione dello spazio, che, nell’avanzata postmodernità, ha subito un terremoto "identitario, relazionale e storico" di vaste proporzioni, dovuto allo sviluppo di nuove aggregazioni, di altri e contro spazi e non-luoghi. In particolare, nell’attraversamento degli spazi di soglia in questi anni di letteratura per l’infanzia si sono consumati molti percorsi identitari travagliati: tra i più perturbanti e significativi c’è quello di Coraline, con il suo viaggio al di là della porta murata nel salotto della sua abitazione.