In realtà, scopriamo che, tra i tanti esempi scelti a illustrare la prerogativa di Ada, non ci sono solo comportamenti come il masticare l’acqua e inghiottire il cibo intero o invertire le scarpe, ma anche il suo modo di esprimersi, dai primi vagiti “Èèèu èèèu” al chiamare “mamma” il papà e viceversa, allo scambiare le parole con cui si indicano il soffitto e il pavimento.
È la storia di Ada, ma al tempo stesso quella di ognuno, ognuna di noi. “Il primo e forse il più radicale fallimento della nostra cultura è il fatto di prendere avvio dall’essere umano in quanto tale. Ora, questo essere non corrisponde a un essere vivente, ma a un’idea o a un’entità costituita”, scrive Luce Irigaray. Ogni essere vivente, dunque, fin dal suo esordio nel mondo, come Ada, si ritrova a fronteggiare una serie di griglie e direzioni familiari e sociali, che invece di far dispiegare i “mondi complessi, con cento, mille facce” che ci abitano e di cui scrive Risari nella quarta di copertina, spesso contribuiscono a reprimerli e a inibirli. In questo senso, quelle di Ada che disegna fuori dal foglio e che si siede al posto del maestro, sono sintesi perfette di una pedagogia da far rinascere ogni giorno. Forse le sue particolarità si legano alla sindrome di Asperger, tipologia di autismo, di cui oggi, grazie a testimoni come Greta Thunberg o Gianluca Nicoletti, si conosce non solo la complessità dolorosa ma anche il potenziale trasformativo della realtà (l’albo pone anche la questione, che potrebbe avere maggiore sviluppo, della comunicazione con il mondo). O forse no.
Di certo, come sa bene settenove, l’azione culturale contro le discriminazione di genere si gioca anche attraverso l’accettazione e la valorizzazione della pluralità in se stessi e negli altri. Senza scomodare Pirandello, possiamo imparare fin dalla più tenera età a innaffiare tutti i nostri fiori.
Maria Grosso
(da LiBeR 123)
Ada al contrario
Guia Risari, ill. di Francesca Buonanno
settenove, 2018, 36 p.
€ 16,00 ; Età: dai 4 anni