L’autrice giapponese Komako Sakaï, vincitrice del premio nazionale Nati per Leggere 2015 nella sezione Nascere con i libri (18-36 mesi) con Akiko e il palloncino, scrive e disegna pensando a se stessa da bambina. Ce ne parla in questa intervista raccolta da Rita Valentino Merletti.
Mi parli della sua scelta di creare libri per bambini molto molto piccoli.
Quando penso a una storia per bambini piccoli, cerco consapevolmente parole semplici e frasi brevi. Mi rende felice trovare linee semplici che vanno dritte al cuore. Per esempio, alcune cose dette dai bambini sono sorprendenti, poetiche: quando le incontro le butto giù subito sul mio taccuino, per non perderle.
Il suo libro è stato scelto dalla giuria “per aver saputo creare una storia a misura di bambino, non rinunciando alla ricchezza dei dettagli, all'eleganza della composizione grafica e alla capacità di evocare, attraverso le immagini, significati profondi”. Può commentare questa motivazione?
Quando scrivo o disegno un picture book, io guardo sempre a come ero da bambina. O meglio, è come se la me stessa bambina vivesse ancora dentro di me, e io stessi parlando a lei. Faccio questo così spesso che comincio a pensare di non essere poi così diversa dagli altri bambini. Certo, quando incontro un bambino vero, sono stupita da quanto siamo differenti. Sono piccoli, morbidi e chiacchierano seduti in strane posizioni. Trovano giochi interessanti da fare. Il loro sudore ha un odore diverso da quello degli adulti, le loro risate sono come palline che rimbalzano, e piangono con ferocia. Guardando al bambino dentro di me e guardando a quello reale, penso che in realtà siano la stessa cosa. E questo mi rende capace di creare picture books. I bambini piccoli sono molto diversi gli uni dagli altri, ma anche così uguali sotto certi aspetti. Questa è la cosa speciale della stagione dell’infanzia, quella che amo di più, tanto da volerla far durare così a lungo.
(da LiBeR 107)