It (1986)
di Stephen King, 1946-
Un gruppo di adolescenti scopre che nella città di Derry, la loro città, c'è un mostro, "It", che uccide, fa uccidere, diffonde il male. I ragazzi, stretti fra loro da un patto fondato sull'affetto e l'amicizia, decidono di scoprire e distruggere It. Non basta fermarsi al presente, It è dentro la storia malvagia di Derry, It rappresenta la continuità, epoca dopo epoca, di un mostruoso persistere del male dietro la facciata tranquilla di una serena città degli USA. Viene scoperto, debellato; il gruppo va verso la vita, si avvicinano i quarant'anni, uno di loro dà l'allarme: It non era mai stato vinto, si è rifatto vivo, vuole combattere con loro. Il mostro teme una sola cosa: che siano ancora uniti, che si amino fra loro, che l'amicizia non si sia mai frantumata. Sono, anche a quarant'anni, dopo dispersioni, lontananze, prove superate, crisi, amarezze, quello stesso gruppo di ragazzini che discutevano, decidevano, agivano sempre fondando i loro atti su una intesa comune, su una solidarietà che non si spegne mai e stringe il gruppo quasi a formare un organismo che agisce con una invincibile forza e distrugge definitivamente It.
Il lunghissimo romanzo è un romanzo adolescenziale, un testo in cui l'adolescenza diventa vera, unica, esplosiva, vitalista età dell'uomo. Poi, però, King ha anche tanti sorprendenti consigli da fornire attraverso le azioni del suo gruppo di amici. Se non si studia la Storia non si scoprono le radici di It, se ci si immerge solo nel presente, come fanno tanti adolescenti, è solo It a vincere. Così, da un fantasmagorico capolavoro dell'horror scaturiscono consigli didattici, precetti etici, formule educative, atteggiamenti da suggerire.
C'è il sospetto che It e Derry siano la stessa cosa, così come tanti adolescenti guardano a tante città-mostro di oggi, cupe e invivibili perché non hanno nulla da dire e da dare ai giovanissimi abitanti.
Il pittore di riferimento è Tom Adams