Lessico famigliare (1963)
di Natalia Ginzburg, 1916-1991
Una famiglia speciale che rappresenta, da sola, tutta un'Italia emblematica, sapiente, lucida nella forza intellettuale e coraggiosa nelle scelte politiche. Una storia unica che congiunge l'Italia di Leone a quella di Carlo, sempre comprendendo il coraggio delle scelte, fino alla morte per le torture subite a via Tasso e la capacità di rinnovare profondamente la ricerca storica.
Ma Natalia può davvero offrire agli adolescenti il senso più vero e profondo di uno straordinario itinerario culturale, perché sa valersi di una lingua limpidamente gradevole, che affascina e diverte, pur rispettando la complessità di una lunga stagione storica. Il lessico, infatti, non si lega a un intimismo privato, del tutto chiuso nei confronti di vicende, pubbliche tragedie, peripezie che rendono cupa e sofferente l'Italia tra le due guerre. Qui la famiglia non è il baluardo in cui nascondersi e soprattutto non è un alibi come quelli che in Italia servono a giustificare tanti pessimi comportamenti. Gli scambi, gli incontri, la partecipazione a grandi fatti storici, la vivacità del rapporto con la cultura pervadono questo lessico, poiché esso consente di tener vivo il colloquio con una città straordinaria, quella Torino di Giulio Einaudi, di Cesare Pavese, di Augusto Monti, dello stesso Leone Ginzburg in cui nasceva, nel 1933, la casa dello Struzzo, la memorabile dispensatrice di cultura che con le sue collezioni ha scandito il cammino di un robusto rinnovamento di tutta la nostra cultura.
Pensando alla creazione di un rapporto degli adolescenti con la lettura, si devono accostare al suo Lessico gli altri libri in cui, con ottiche molto diverse, Natalia ha ritratto ancora altre famiglie. Forse fra questi, il più utile per il raffronto è La famiglia Manzoni, mentre Le piccole virtù precede il Lessico e Caro Michele ne prolunga gli sviluppi.
Il pittore di riferimento è Carlo levi (1902-1975)