I racconti (1831-1849)
di Edgar Allan Poe, 1809-1849
Dai racconti di Poe sono stati ricavati film, fumetti, sceneggiati televisivi così da spostare in moltissime direzioni quella che resta una paradigmatica unicità. Perché Poe rimane però un maestro, isolato e inattingibile. Si tratta, specialmente ai nostri giorni, di una doppia chiave di lettura che può essere utilissima per gli adolescenti. Da un lato, infatti, si prende coscienza della sorprendente unicità dell'invenzione, dall'altro si nota come il rifacimento non sia poi altro che una forma diversa di invenzione. Del resto Poe, da solo, compone una magistrale enciclopedia dei generi letterari, tanto da offrirsi agevolmente a chi cerca le radici del giallo, dell'horror, del fantastico, del mistero. Ha un insegnamento da proporre ai giovanissimi lettori, tanto che da esso scaturisce anche una lezione di vita. Non si deve, infatti, mai allontanarsi davvero dalle proprie radici, perché lo scarabeo d'oro, il pozzo, il pendolo, il corvo, la botticella di vino Amontillado si trovano solo dopo una accurata esplorazione del proprio ambito antropologico-culturale. E si deve, pertanto, non isolare Poe in una sorta, fantasticamente assurda, di limbo letterario imperscrutabile, ma ricondurre proprio lui, il signore delle alchimie immortali, alle vene di una America dove ci sono ancora gli schiavi, dove un genio letterario può finire ucciso in una rissa elettorale.
Per gli adolescenti di oggi, la grande biografia di Poe, realizzata dall'allieva di Freud e nipote di napoleone, Marie Bonaparte, può risultare come un grande, attentissimo repertorio di modi per decifrare non solo lui, ma se stessi. E la costante freschezza dei suoi motivi induce a pensare che il leggere sia sempre una straordinaria avventura, sempre legata a figure come Poe, un genio che collegava l'Arabesco con le trame biografiche del nerissimo Sud degli USA.
L'artista di riferimento è Andy Clarke