Guus Kuijer, nato nel 1942, è uno dei più conosciuti e amati scrittori olandesi. È autore di racconti, romanzi per ragazzi e adulti, testi per il teatro e per la televisione. La sua serie su Polleke è diventata un film. Vive ad Amsterdam, dove Federica Velonà lo ha raggiunto per fargli qualche domanda su Il libro di tutte le cose, tradotto in italiano da Dafna Sara Fiano e pubblicato da Salani, il libro che è stato selezionato dalla giuria di esperti di LiBeR come il miglior libro per ragazzi del 2009.
Il libro di tutte le cose racconta di Thomas, un bambino di nove anni alle prese con un padre iperreligioso e violento, che legge la Bibbia ad alta voce e picchia la moglie e il figlio. Thomas si rifugia nella scrittura del suo diario e nella lettura (grazie a una vicina che gli presta dei classici della letteratura per ragazzi come Enrico e i detective e Senza famiglia). Il ragazzo, che da grande “vuole essere felice”, dialoga con Gesù ed è innamorato di un’amica della sorella con una gamba di cuoio. Un club letterario casalingo è l’argine che le donne che circondano Thomas erige contro le prepotenze paterne.
In “Prima che la storia abbia inizio” lo scrittore olandese Guus Kuijer definisce il suo un libro “irriverente”.
Guus Kujer, cominciamo dal titolo. Il libro di tutte le cose è il diario in cui Thomas registra tutti i suoi pensieri segreti. Perché si chiama proprio “Il libro di tutte le cose”?
Thomas desidera non dimenticare nulla e scrivere tutto nel suo libro, dal momento che gli adulti sembrano aver completamente cancellato la loro infanzia.
Il suo libro è ambientato negli anni cinquanta, quando lei era bambino. Nell’introduzione lei scrive che il romanzo racconta un’infanzia infelice, non la sua, ma quella di un tale Klopper. Non c’è nulla di lei nel personaggio di Thomas?
Naturalmente c’è molto di me in tutti i protagonisti dei miei libri, sarebbe strano il contrario, ma nell’introduzione desidero mettere in chiaro che si tratta di narrativa e che se si cercano fatti autobiografici, si è sulla pista sbagliata.
Nei bambini spesso la religione è legata all’immaginazione. Si può dire che questo è uno dei temi del suo libro?
Credo che di solito per i bambini la religione non sia un motivo di interesse. Giocano a cowboy e indiani, non giocano a Gesù. Quando non ci sono adulti in giro, i bambini non parlano mai di Dio. Credo che per loro questo sia un argomento noioso, come lo è per me. Ma in casi eccezionali alcune nozioni religiose possono essere d’aiuto, come nel caso di Thomas. Il fatto che Gesù sia il suo solo amico maschio è emblematico di quanto orribile sia la sua situazione. Di solito i bambini hanno altri eroi con cui identificarsi. Ma il suo “Gesù” non ha niente a che vedere con la figura che compare nella Bibbia. Il Gesù di Thomas è in primo luogo un figlio che soffre per mano del padre.
Il padre di Thomas è un malvagio. Di solito nei libri per ragazzi c’è un lieto fine, ma per lui non c’è assoluzione. Si può dire che il suo libro è anche una meditazione sul bene e sul male?
Non sono d’accordo. Il padre non è un malvagio, è un uomo ansioso, è spaventato a morte. Ha paura della vita. All’inizio Thomas ne ha paura, ma alla fine prova pena per lui perché capisce che suo padre non imparerà mai a godersi la vita.
La signora Van Amersfoorf, la vicina che tutti chiamano strega, dice che per cominciare a essere felici non bisogna avere più paura. Lei crede in una letteratura per ragazzi che non sia didascalica, ma che offra ai giovani lettori qualcosa su cui riflettere?
La letteratura non si può definire tale se non offre spunti di riflessione. La questione non è se io creda o non creda in un dato tipo di letteratura, il fatto è che non potrei scrivere in modo diverso da quello in cui scrivo.
Thomas è salvato dale donne: la vicina, la sorella, la zia, la madre, le loro amiche. È un caso o lei voleva sottolineare il potere salvifico delle donne?
È solo che amo le donne, non voglio essere salvato dagli uomini. Il Gesù di Thomas non è una figura molto mascolina, quando si rade assomiglia alla madre di Thomas.
Quanto è importante lo humour nei suoi libri e nella sua vita?
Io non potrei farne a meno, e lei?
Leggeremo altri suoi libri in italiano dopo il successo de Il libro di tutte le cose? C’è un suo libro in particolare che le piacerebbe fosse tradotto in italiano?
Dovreste leggere la mia serie su una ragazza di nome Polleke. È già stata pubblicata in molti paesi europei.
by Federica Velonà
Mr Kuijer, let’s start from the title: The Book of Everything is the diary where Thomas records all his secrets thoughts. Why is it called “the Book of Everything”?
Thomas plans to forget nothing and to write everything down in his book, as grownups seem to forget everything about their childhood.
Your book is settled in the fifties, when you were young. In the ironic introduction you write that you had a happy childhood and that this is not your story, that this is the story of Mr Klopper. But is not there in Thomas anything of you as a boy?
There is of course a lot of me in all the protagonists in my books, that is hardly avoidable, but I want to make clear in the introduction that this is fiction and when you look for autobiographic facts, you are on the wrong track.
The connection between religion and imagination is very strong in childhood. Can we say that this is one of the themes of your book?
I believe that normally for children religion is no issue. They play cowboy or Indians, they never play Jesus. When there are no adults around children never talk about God. I think the subject is as boring to them as it is to me. But in exceptional cases religious notions can be helpful, as it is in Thomas case. The fact that Jesus is his only male friend, indicates how horrible his situation is. Normally children have other heroes to indentify with. But his “Jesus” has nothing to do with the figure that appears in the Bible. Thomas' Jesus is in the first place a SON that suffers from the hand of his father.
Thomas’s father is an evil character. Usually books for children have an happy end, but for him there is no absolution. Is it possible to say that your book is also a meditation about good and evil?
I disagree. The father is not an evil character, he is an anxious man, he is scared to death, so to speak. He fears life. Thomas fears him in the beginning of the book, but ends up pitying him, because he understands his father will never learn to enjoy life.
Mrs Van Amersfoort, the neighbour whom everybody calls witch, says that the first step to be happy is to be brave. Do you believe in a children’s literature which is not didactic, but that gives young readers something to reflect upon?
Literature cannot be called literature when there is nothing in it to reflect upon. The question is not if I believe in it or not, the case is that I am not able to write in any other way than I do.
Thomas is saved by women: the neighbour, the sister, the aunt, the mother, their friends. Is it a chance or do you somehow believe in the salvific power of women?
I simply love women, I don’t want to be saved by men. Thomas's Jesus is hardly a masculine figure, when he shaves his beard, he looks like Thomas's mother.
How important is humour in your books and in your everyday life?
Couldn't live without it, could you?
Shall we read other books of yours after the success of The Book of Everything? Is there a book of yours in particular that you would like to be translated into Italian?
You should read my series about a girl named Polleke. They are already printed in many European countries.