Gli studi di un cultore raffinato di letteratura giovanile
di Donatella Mazza
Fra i personaggi che Giorgio Cusatelli, germanista e cultore raffinato di letteratura giovanile, amava di più c’erano senz’altro i monelli Max e Moritz di Wilhelm Busch, raffigurazione quasi prototipica del monello, dei quali non mancava mai di sottolineare l’essenza profondamente ‘umana’ e, in quanto peculiarmente letteraria, sovranazionale. E che dire invece di Pinocchio, sua grande passione e a lungo palestra della sua colta arguzia e del suo acume critico, esercitato anche per seguirne le tracce fino in paesi e contesti culturali lontani dalla Toscana di fine Ottocento?
Lo voglio ricordare così, Giorgio, Maestro di molti che della letteratura, giovanile ma non solo, hanno fatto una passione radicata e tenacemente coltivata. Ricordarlo non come un professore universitario paludato (non lo è mai stato), ma sempre un po’ provocatorio, nelle fecondissime contaminazioni che gli piacevano tanto e che sapeva amabilmente porgere con un inconfondibile sorriso. Che stesse discutendo di ricezione dei classici nel romanticismo, del grand tour settecentesco, di poesia d’avanguardia o di traduzione, che scrivesse di gastronomia fiabesca o del Divan di Goethe, sapeva ritagliare prospettive critiche sempre particolari, abbellite dal dono della citazione colta e dell’arguto conversare.
è mancato la vigilia di Natale e lascia un gran vuoto, non solo negli ambiti ristretti in cui fu più attivo, come la germanistica e la letteratura giovanile, ma più ampiamente in quello che possiamo a tutti gli effetti chiamare il panorama della nostra cultura.
Donatella Mazza
(da LiBeR 77)