L’isola del piccolo mostro nero-nero
Davide Calì, ill. di Philip Giordano
Zoolibri, 2008, p. 32
€ 13,50 ; Età: da 5 anni
“Finora non è andata molto bene…” – disse il mostro. “Ma neanche molto male…” – disse il pipistrello nero-nero. “Hai imparato già tre cose!” “Tre cose? E quali?” “Che qualche volta quello che sembra bello può essere pericoloso… ciò che sembra buono può far venire il mal di pancia, e ciò che sembra un albero può essere un pesce!”. Con questa massima dal finale simpaticamente surreale, Zoolibri propone, dopo La collezione di biscotti (2006), un nuovo testo di Davide Calì. Vi si narra la storia di un piccolo mostro nero-nero che vive su un’isola nera-nera e si trova nella condizione di non poter scattare fotografie, attività che lo appassiona, senza che queste risultino a loro volta nere-nere. Consigliato dal pipistrello nero-nero si mette in viaggio per cercare un posto adatto a lui e alla sua passione. Il viaggio così intrapreso si fa percorso di formazione e di scoperta, tutto in miniatura potremmo dire. Con equilibrio infatti l’autore alterna le opposte categorie del grande e del piccolo: se è vero che ci troviamo al cospetto di un mostro nero-nero, lo vediamo però imbarcarsi su una barchina. La ripetizione esalta la sonorità cupa e rinforza l’immagine di un essere mostruoso, riprendendo anche la tendenza di molti bambini verso il duplicare l’aggettivazione; il diminutivo della barchina, la piccola dimensione del mostro e il suo approccio indifeso nei confronti del mondo circostante calano invece i lettori in una realtà direttamente a loro misura. Così il viaggio dei due protagonisti si rivela un’esperienza molto genuina di incontro con realtà colorate, tra loro diverse e diverse dall’isola da cui proviene il mostro: indotto alla riflessione il piccolo mostro si apre alla scoperta che da ogni vissuto si può imparare qualcosa, come affermato nella citazione iniziale. Anche il ritorno a casa offrirà una sorpresa, e ancora una volta grazie all’intraprendenza del pipistrello, che insegnerà al compagno a non vedere (e a non fotografare) tutto nero, nero-nero appunto. Le illustrazioni di Philip Giordano, essenziali nel tratto ma ricche di dettagli da scoprire, rafforzano la dimensione surreale di un racconto che ha qualcosa da dire, ma senza la pretesa di insegnare nulla. Proprio secondo lo stile di Davide Calì.
Francesca Califano
(da LiBeR 79)