Mi sembra di capire che è grazie a suo fratello e a sua madre che è nata l’idea di questo libro. Ci racconti com’è andata...
Nell’autunno del 2004 mia madre fece leggere a me e ai miei fratelli un messaggio che aveva inviato a un comitato per la difesa della Costituzione. Si chiedeva perché non abbiamo ancora maturato la consapevolezza che la difesa dei diritti democratici e della Costituzione dovrebbero far parte degli insegnamenti di base impartiti a tutti fin da piccoli, nelle scuole. A mio fratello Paolo venne l’idea che io scrivessi una raccolta di filastrocche sulla Costituzione. Mi sembrò impossibile, la Costituzione era per me una pietra miliare, un monumento sacro, un territorio per addetti ai lavori.
Poi, superata la fase dello “sbigottimento” ho deciso di provare…
“Servono braccia, menti, passione” per ogni cosa che si fa, per scrivere un libro come questo ancora di più, non è vero?
No, non di pi ù che per altri progetti. La passione ne è il motore e la forza, poi servono braccia e menti. Le cose funzionano quando disponiamo di tutti questi ingredienti in misura equilibrata.
Immaginiamo che il suo impegno di insegnante abbia giocato un ruolo forte nella nascita di questa pubblicazione. È così?
Sì, con i bambini del ciclo precedente ho lavorato molto con la mia collega Silvia sull’educazione alla cittadinanza. Abbiamo proposto tante letture, film, incontri, uscite, progetti; ma soprattutto abbiamo dedicato un tempo “infinito” a parlare, ascoltare e ragionare insieme. Alla fine del percorso, che si è concluso con la scrittura di una Carta dei diritti dei bambini a scuola, ho capito alcune cose fondamentali: che i bambini hanno bisogno di adulti che parlino con loro di tutto ciò che li riguarda per sapere, capire, confrontarsi. Che se trascuriamo di informarli che sono cittadini, e non solo figli, nipoti, alunni…, cittadini che ancora non hanno diritto di voto, ma che hanno il diritto di esprimere il proprio pensiero e le proprie valutazioni, è perché noi stessi non li pensiamo come tali. E allora siamo noi a dover riflettere! E ho scoperto che loro sono pronti e interessati a partecipare a un’area di socialità che va oltre i confini della famiglia e della scuola. Questa esperienza mi ha motivato a rendere la Costituzione più vicina ai bambini.
Quali sono le aspettative e gli obiettivi che si è proposta di raggiungere, oltre al compito di spiegare la Costituzione italiana che non è davvero un compito da poco?
Vorrei che si raccontasse ai bambini com’è nata questa Costituzione, in che periodo storico, dopo quali difficoltà, con quali speranze. Vorrei che si dicesse che è il frutto di un’intesa raggiunta tra persone che avevano opinioni molto diverse ma che hanno lavorato per trovare dei punti fondamentali di accordo. E ci sono riuscite. Con il confronto, senza le armi.
Vorrei che si parlasse con i bambini dei grandi valori che sono alla base della nostra Carta – libertà, uguaglianza, giustizia, dignità, solidarietà – verificando quando nella nostra quotidianità vengono rispettati o offesi. Per passare dall’astrazione delle parole alla concretezza della loro esperienza.
Credo che non sia stato facile tramutare in versi (sintesi e poesia) un linguaggio puramente tecnico e giuridico come quello della costituzione. Come è riuscita a scrivere delle filastrocche su questi temi?
Avevo scritto da poco Guai a chi mi chiama passerotto!, una raccolta di filastrocche sui diritti dei bambini in ospedale.
Anche in quel caso si trattava di rendere fruibile per i bambini una Carta. Quell’esperienza è stata fondamentale per questo nuovo lavoro. In questo caso ho cercato l’aiuto di esperti giuristi per scegliere gli articoli da proporre ai bambini e i concetti chiave di ciascun articolo, e per verificare se li avevo poi interpretati in modo corretto. Quanto al tramutare questa materia in versi… qui si torna alla preziosa miscela di “braccia, mente, passione” di cui parlavamo prima.
È inutile chiederle come hanno risposto i bambini, perché loro di solito sono splendidi e non deludono mai, ma ci piacerebbe sapere (se ci sono stati) commenti e pensieri dei lettori in erba.
Ho parlato in termini molto generali di Costituzione ai miei bambini di seconda… più in erba di così! Poi ho letto loro alcune filastrocche. In una successiva conversazione ho chiesto perché si è scritta la Costituzione. Tommaso ha risposto: “Per ricordarsi tutte le regole che devono essere rispettate in Italia. Se una persona fa una cosa che non deve fare, se non fosse scritta sulla Costituzione, non se la ricorderebbe.” Claudia ha aggiunto: “Forse perché sono tante (le regole) e non ci si possono ricordare tutte.” E Sofia: “E poi c’è scritto che bisogna aiutare la gente, non bisogna dire chi se ne importa.”
Ho poi domandato: “Secondo voi è servito scrivere queste filastrocche sulla Costituzione? Vi sembra un lavoro utile?” E loro: “Sì. Siccome i bambini sono più bravi dei grandi a imparare le filastrocche così ai bambini gli rimane più in mente.”
Ho chiesto: “E i grandi come fanno?” Giulio: “Bene, perché le imparano da piccini, come fai te che ce le insegni ora e così poi noi ce le ricordiamo.”
Hanno ragione, visto che noi adulti la conosciamo poco, proviamo a ripartire con i bambini.
È riuscita a ottenere la collaborazione dei genitori e degli educatori in questa sua “meravigliosa” e utilissima fatica letteraria?
Sì, tante persone si sono già attivate per far conoscere questo lavoro e portarlo nelle scuole. Il primo sostegno forte è venuto dalla “Carovana per la Costituzione”, un movimento della società civile che si è battuto per far conoscere la Costituzione anche in vista del recente referendum. La Carovana ha fatto una prima edizione della raccolta di filastrocche, strumento che si è rivelato utile anche con gli adulti. Abbiamo avuto riscontri positivi da genitori, nonni, insegnanti, sindaci, alpini, partigiani, bibliotecari, librai, presidi, giuristi, guardie carcerarie, cittadini… La cosa bella è che tanti hanno preso l’iniziativa di fare da passaparola.
Poi c’è stato il consenso di Teresa Mattei, membro dell’Assemblea Costituente, che mi ha commosso e vincolato ancora di più a questo impegno civile. Ora, con questa edizione ampliata e illustrata, speriamo in un forte coinvolgimento di genitori e insegnanti.
“Ma c’è chi non vuol sentire”, purtroppo è una grande verità. Nella sua esperienza letteraria e scolastica ha trovato molta gente che non vuol sentire?
Certo che ne ho incontrati! Alcuni recentemente, quando abbiamo raccolto firme ai banchini in occasione del referendum per la Costituzione. Di solito si tratta di persone mosse non tanto dalla volontà di opporre un pensiero diverso, quanto piuttosto dal rifiuto di farsi coinvolgere in situazioni o prese di posizione avvertite come distanti, quasi un disturbo al quieto vivere. Sembra che per alcuni il “pensare a tutti” sia in opposizione al “pensare a sé”: perché si arriva a sentire la collettività nemica? Invece tra i bambini non ne ho mai incontrati, al massimo c’è stato qualcuno che non voleva sentire in quel momento perché aveva qualcosa di più urgente da fare, ma poi ha ascoltato.
“Perché la mente non si lamenti / e possa correre guardando avanti / dobbiamo darle saperi croccanti!” Sono tre versi davvero significativi nella loro incisività. Ma come fare a interessare i cittadini di domani, a “cucinare” per loro saperi croccanti? Lei ha qualche ricetta?
La mente ha bisogno di piatti freschi, niente slow o fast food, né precotti!
Non ho ricette, perché in realtà mi piace cucinare volta per volta insieme ai bambini. Li ascolto molto, li indirizzo anche, perché anch’io ho le mie curiosità, ma cerco di partire dai loro segnali. Nella nostra dispensa abbiamo grandi riserve di alcuni ingredienti: curiosità, tenerezza, umorismo e un sacro rispetto dei grandi valori di cui abbiamo parlato. Il nostro lavoro è “stare ai fornelli”, a volte anche senza un risultato apprezzabile. Comunque i nostri piatti più gustosi non sono mai stati pensati a tavolino da noi insegnanti.
Il libro che sarà pubblicato da Mondadori e sarà in settembre nelle librerie, sarà oggetto di presentazioni mirate o si avvarrà semplicemente dell’informazione scolastica?
Faremo presentazioni, certamente meno di quanto ci piacerebbe fare, perché abbiamo i nostri vincoli di lavoro e di famiglia. Speriamo che il libro viaggi anche grazie all’iniziativa di chi lo ritiene utile!
Ad arricchire il libro ci sono le belle illustrazioni di Serena Riglietti, che danno vitalità e brillantezza alla pubblicazione...
Le illustrazioni di Serena Riglietti portano ai testi vivacità, immediatezza, colori e sogni di un’altra donna alle prese con lo stesso tema. Sappiamo quanto sono importanti le immagini per i bambini. È stato bello e interessante condividere con lei e con l’editor Alessandra Gnecchi Ruscone la realizzazione di questo libro.
Mi è piaciuta molto la filastrocca legata all’art. 11. La trovo molto efficace ed è un vero contributo effettivo per la pace nel mondo. Secondo lei saranno capaci questi futuri cittadini di costruire un mondo migliore?
Le rispondo mettendo a confronto due poesie. La prima era scritta su un cartellone portato da una bambina al Children’s Forum di New York nel 2002: “Star light, star bright (Stella luminosa, stella lucente) / First bomb I see tonight (Stasera vedo la prima bomba) / I wish I may I wish I might (Vorrei tanto, oh come vorrei) / Live to see the morning light (Vivere per vedere la luce del mattino).”
La seconda è di Agnese Civeli, scritta in quinta, qualche tempo dopo che avevamo letto in classe La pace del mondo gelatina di Roseda Tumiati: “La pace è come una gelatina, / che si può modellare. / Può dondolare in caso di guerra. / Può diventare forte in caso di amicizia e amore. / Può diventare molle in caso di inimicizia.”
Ho una sola speranza: che i nostri bambini crescano ascoltando i bambini di domani.